Aperta la camera ardente di Gino Strada: in trecento in fila per l'ultimo saluto
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Aperta la camera ardente di Gino Strada: in trecento in fila per l'ultimo saluto

Fiori e messaggi lasciati al fondatore di Emergency. Presente anche il sindaco Sala

Gli ultimi saluti a Gino Strada
Gli ultimi saluti a Gino Strada
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21 Agosto 2021 - 17.15


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Non ci saranno funerali pubblici, ma l’’affetto per Gino Strada si è già fatto sentire all’apertura della camera ardente.

Si è aperta la camera ardente per il fondatore di Emergency Gino Strada, nella sede milanese dell’associazione umanitaria in via Santa Croce. Tra i primi a rendergli omaggio, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che al suo arrivo a ‘Casa Emergency’ ha spiegato: “Sono qui nella duplice veste di sindaco e di amico. Oggi con me ho tanti ricordi di momenti vissuti assieme”.

“Di Gino apprezzavo quello che ha fatto, ma secondo me aveva una caratteristica particolare: conoscendo molta gente importante, che ha fatto cose, che ha avuto vite significative – ha aggiunto il primo cittadino di Milano -, lui non parlava mai al passato, non sentiva mai il bisogno di dire ‘ho fatto’, ‘ho detto’, ma guardava sempre avanti, guardava al futuro e in questo era veramente straordinario e unico”.

A circa un’ora dall’apertura della camera ardente di Gino Strada a Casa Emergency, si sono messe in fila circa 300 le persone ordinatamente sotto il sole (e rifocillate con bottigliette d’acqua messe a disposizione dai volontari dell’associazione) in attesa di varcare il cancello d’ingresso, dove sono appesi diversi i mazzi di fiori e i messaggi, tra i quali quello che recita “Ora vai, Gino, continuiamo noi. Ti abbracciamo per sempre” e “Grazie Gino! Quello che lasci resta straordinario come te. Vola alto”.

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Accanto al grande striscione con la scritta “Ciao Gino”, Rossella Miccio, presidente della onlus, ha detto ai giornalisti ha raccontato cosa rappresentava il fondatore dell’associazione morto il 13 agosto improvvisamente in Francia. “C’era la consapevolezza che Gino fosse un faro nella nebbia per tantissime persone, avendo avuto il privilegio di lavorarci e di viverci vicino in giro per il mondo per 21 anni, ma – ha osservato – che ci fosse un affetto così profondo, che così tante persone da tutte le latitudini, dal Sudan alla Sierra Leone, malati, pazienti, staff, autorità, gli anziani dei villaggi, si sentissero toccate da quello che ha fatto Gino e dal lavoro di Emergency non me l’aspettavo”.

“Gino – ha aggiunto – ha saputo creare una comunità di persone legate da principi e valori forti che vanno al di là delle barriere, dei colori della pelle e delle religioni. Credo che questo sia davvero il messaggio forte che ci lascia e che ci impegniamo a portare avanti”. 

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