Le speranze di ritrovarla si riducono ogni giorno che passa, ma si continua a cercare e scavare per riuscire a dare una giustizia a Saman Abbas.
Le ricerche sono momentaneamente sospese, ma gli investigatori sono certi che troveranno il corpo della 18enne pachistana scomparsa e che si presume sia stata assassinata dalla famiglia nella Bassa Reggiana, secondo gli inquirenti è adesso seppellita nelle serre a Novellara.
«Certo, siamo sicuri che il corpo di Saman sia seppellito lì, tra quelle serre. Le ricerche interrotte? Attendiamo un fatto che dia luogo a nuove evidenze investigative. Poi ripartiremo».
Le ricerche sono state sospese dopo 67 giorni. In più di due mesi sono stati impiegati 500 carabinieri, diversi cani speciali, vigili del fuoco con natanti, polizia provinciale. Sono stati inoltre utilizzati geo scanner in hd, elettromagnetometri, droni e sono state fatte analisi delle informazioni satellitari e delle telecamere.
«Non avremmo fatto altro che tornare a setacciare gli stessi luoghi già controllati. Un dispendio di risorse senza risultati» scandisce l’investigatore. Le ricerche sono state poderose. Con droni, georadar e cani molecolari, le serre dei circa 100 ettari dell’azienda Bartoli — quella dove lavoravano tutti gli uomini del clan Abbas — sono state battute da circa 500 militari. «Saman è seppellita qui», è la convinzione dell’investigatore che scuote la testa all’ipotesi che la diciottenne sia stata rapita e portata in Pakistan.
È stato fissato per venerdì 23 luglio alle 10 in tribunale a Reggio Emilia, l’incidente probatorio per cristallizzare la testimonianza del fidanzato di Saman. Il giovane pachistano era inviso alla famiglia della ragazza e ha raccontato le minacce e le pressioni ricevute da parte degli Abbas (anche nei confronti dei suoi genitori in patria) affinché lasciasse Saman.
Saman e il suo fidanzato, stando a quanto racconta quest’ultimo, avevano pianificato una fuga i primi di maggio per poi sposarsi. Ma nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio della ragazza si sono perse le tracce e gli investigatori pensano che sia stata uccisa.
Cinque gli indagati: lo zio – ritenuto l’esecutore materiale del delitto – due cugini (di cui uno è in carcere, mentre l’altro è ricercato in tutta Europa assieme allo zio) e i genitori latitanti in Pakistan, Paese col quale è stata attivata una rogatoria internazionale per la cattura volto all’estradizione. Sono tutti accusati in concorso di omicidio premeditato, sequestro di persona e occultamento di cadavere.