L’esempio di come nel 2021 serva un’educazione anche su come usare i social e il web, spesso ambiente di ignoranza e cattiveria.
“Cari #fulminidiguerra che mi intasate la mail e i social con insulti o espressioni di solidarietà, ho una notizia per voi: la Malika che cercate NON SONO IO. Incredibile che nel 2021 ci siano più donne con lo stesso nome, eh?”.
E’ il commento che Malika Ayane ha affidato a Twitter. La cantante, erroneamente scambiata per Malika Chalhy, la 22enne cacciata di casa dai genitori perché omosessuale, sta ricevendo valanghe di tweet di solidarietà, ma anche di insulti da parte di utenti che credono di parlare con la giovane ragazza toscana.
Malika Chalhy, infatti, è al centro di una grossa polemica che riguarda i fondi ricevuti in solidarietà dagli italiani, perché li avrebbe impiegati, fra le altre cose, per comprare una Mercedes e un cagnolino da 2500. La ragazza si è difesa, ma la polemica non accenna a placarsi.
A farne le spese Malika Ayane, “colpevole” di avere lo stesso nome: “Che poi, se volete mandare messaggi d’amore siete i benvenuti – se d’odio un po’ meno ma avrete le vostre ragioni – purché siano per me stessa medesima”, scrive.