Parlano le ragazze che accusano Ciro Grillo: "Nessuno era ubriaco quando siamo arrivati in villa. Ma poi..."
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Parlano le ragazze che accusano Ciro Grillo: "Nessuno era ubriaco quando siamo arrivati in villa. Ma poi..."

Una delle ragazze racconta: "Dopo la prima violenza ho pensato di scappare, poi mi hanno costretta a bere"

La villa dove sarebbe avvenuta la violenza
La villa dove sarebbe avvenuta la violenza
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1 Maggio 2021 - 08.38


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La verità giudiziaria stabilirà le colpe, per adesso c’è soltanto da aspettare che ognuno faccia il suo lavoro per accertare la verità di quella notte.

Una delle ragazze che partecipò all’incriminata notte in cui è coinvolto Ciro Grillo, figlio del garante M5s, parla e racconta: “Ero sobria, mi rendevo conto di ciò che accadeva, così come ho già detto per gli altri ragazzi e per Silvia. Certamente ero molto stanca perché avevamo fatto molto tardi”.

Tutti erano quindi consci di quello che stava accadendo: la vodka – e quindi la ragazza stuprata da ubriaca di cui parla il capo di imputazione del caso Grillo — è entrata in scena nella seconda parte della violenza di gruppo.

Sia lei sia la sua amica Silvia hanno dichiarato che quella notte di luglio del 2019 non erano ubriache quando sono arrivate nella villetta, dove Silvia ha poi raccontato di aver subito lo stupro di gruppo.

Il primo stupro sarebbe avvenuto dopo la spaghettata, per la quale le due ragazze avevano seguito i quattro amici dopo la discoteca. 

Finita la pasta e sparecchiato tutto Roberta si addormenta sul divano mentre Silvia, ancora sobria, subisce la prima delle violenze che racconta ai magistrati. Francesco — dice la sua denuncia — si infila nel suo letto (con gli altri che guardano, commentano e ridono davanti alla porta) e la costringe a un rapporto sessuale che comincia in camera da letto e finisce in bagno, dove lui la trascina. Lei prova a resistere ma è inutile ogni tentativo di liberarsi, racconta.

Silvia dice di aver provato a svegliare Roberta per andar via da quella casa ma che lei, nel dormiveglia, non ha capito la situazione d’allarme.

Di fatto — così Silvia racconta ai carabinieri nella sua denuncia — fra le 8.30 e le 9 ricominciano le violenze e stavolta, però, compare una bottiglia di vodka. Lei dice che l’hanno afferrata per i capelli, costretta a berne mezza bottiglia e ad avere rapporti di gruppo. E la Procura contesta ai ragazzi l’aggravante della “minorata difesa” dovuta allo stato di alterazione psicofisica indotto dalla vodka.

I ragazzi negano tutto. Negano di aver costretto Silvia a bere la vodka. Vittorio Lauria dichiara che “lei l’ha bevuta per sfida, gocciolandola”. Qualcuno dei tre ha aggiunto davanti ai pm che la vodka “era pure allungata”. 

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