L'immunologo Forni: "Sospensione di Johnson&Johnson ed AstraZeneca? Molto pericolosa"
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L'immunologo Forni: "Sospensione di Johnson&Johnson ed AstraZeneca? Molto pericolosa"

Il membro dell'Accademia dei Lincei: "Il ritiro dei vaccini" anti-Covid di "Johnson & Johnson e AstraZeneca è un'ipotesi molto azzardata, perché il rischio di questi vaccini esiste, ma è bassissimo"

Vaccino AstraZeneca
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15 Aprile 2021 - 10.12


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La decisione di sospendere Johnson&Johnson negli Stati Uniti e di bloccarne l’export verso i Paese dell’Unione Europea è stata vista dagli immunologi come una scelta al quanto rischiosa. 
“Il ritiro dei vaccini” anti-Covid di “Johnson & Johnson e AstraZeneca è un’ipotesi molto azzardata, perché il rischio di questi vaccini esiste, ma è bassissimo”.
Così a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24 l’immunologo Guido Forni, membro dell’Accademia dei Lincei.
“Basarsi su questi dati per il ritiro mi sembra una decisione pericolosa”, considerando che “in questo momento questi vaccini salvano un mucchio di vite umane. Il mio appello è quello di avere fiducia nei vaccini e considerare che tutte queste sospensioni sono dettate da un atteggiamento di estrema prudenza per garantire la massima sicurezza. Ad oggi dobbiamo usare questi vaccini perché funzionano”.
“L’atteggiamento delle autorità regolatorie è sempre quello di privilegiare la prudenza e la sicurezza. Anche se la prudenza questa volta ha un prezzo molto alto perché crea diffidenza e paura, blocca alcuni vaccini che comunque salvavano moltissime vite umane e continueranno a salvare moltissime vite umane”, è la riflessione di Forni.
L’esperto spiega le ragioni per cui bisogna fidarsi dei prodotti disponibili, efficaci e sicuri nonostante la rapidità con cui sono stati sviluppati.
“La velocità di fare vaccini dipende da due fattori fondamentali – ha ricordato – Da una parte le nuove tecnologie genetiche: 5 giorni dopo che è stata isolata la sequenza del virus era già pronto il vaccino. E poi gli enormi investimenti degli Stati e degli enti che hanno permesso alle aziende di andare avanti senza avere il rischio, permettendo di passare da una fase all’altra e di attivare più fasi contemporaneamente”.
“Per capire che un vaccino ha un effetto collaterale su un milione di persone”, ha precisato Forni, evidentemente “bisogna vaccinare un milione di persone, o 2 milioni o 5. Sono effetti rarissimi che non potevano essere previsti su esperimenti fatti su 20-30mila persone. E questo sarebbe potuto succedere con qualsiasi tipo di vaccino, sviluppato in anche in tempi diversi”. La messa a punto dei vaccini anti-Covid è stata secondo l’esperto un “formidabile successo della scienza e della tecnologia umana, che in pochissimi mesi è riuscita a ottenere una serie di vaccini estremamente efficaci. Alcuni di questi vaccini hanno dei rarissimi effetti collaterali, come quello della trombosi che sta spaventando moltissimo anche se la sua incidenza è estremamente bassa”.
Ha poi ricordato: “Il futuro dei vaccini sarà a Rna o proteici. Teniamo presente che quelli ad adenovirus sono una realtà estremamente importante, che salva un mucchio di vite umane soprattutto in Italia dove c’è un’incidenza di malattia così importante”.
“I vaccini odierni hanno usato nuovissime tecnologie genetiche molto più rapide. Più lente sono le tecnologie basate sulle proteine”, ha spiegato l’esperto, prospettando che di vaccini contro il coronavirus pandemico “ne stanno arrivando di interessanti. Il primo che sta per arrivare è quello della Novavax degli Usa, che è molto interessante, in cui la proteina Spike viene aggregata in microparticelle”. Poi c’è “un vaccino canadese della Medicago per cui vengono utilizzate le piante di tabacco in cui è stato inserito il gene della proteina Spike che è il bersaglio di tutti i vaccini contro il Covid”. Secondo Forni “è molto interessante, perché se lo studio di fase 3, attualmente in corso, ha successo, permetterebbe di produrre vaccini in quantità enorme a un prezzo estremamente basso”.
“Mi piace sottolineare – ha evidenziato – che l’adiuvante di questo vaccino è fatto dalla Gsk di Siena”, e “che viene utilizzato anche da un vaccino cinese della Clover che usa invece dei peptidi della proteina Spike”.

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