Ecco perché non arrivano gli sms per le vaccinazioni anti Covid in Lombardia
Top

Ecco perché non arrivano gli sms per le vaccinazioni anti Covid in Lombardia

Non solo a Cremona, ma anche a Monza e a Como un malfunzionamento delle prenotazioni per il vaccino anti covid gestite da Aria, ha causato un vuoto di centinaia di persone per la maggior parte appartenente al mondo della scuola

Attilio Fontana e Letizia Moratti
Attilio Fontana e Letizia Moratti
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Marzo 2021 - 09.40


ATF

Il sistema lombardo continua a funzionare male: non solo a Cremona, ma anche a Monza e a Como ieri un malfunzionamento delle prenotazioni per il vaccino anti covid gestite da Aria, la società di Regione Lombardia, ha causato un vuoto di centinaia di persone, appartenenti per lo più al mondo della scuola, che non si sono presentate dato che non avevano ricevuto l’sms per l’appuntamento.
Il piano per la vaccinazione contro il coronavirus in Lombardia è praticamente nel caos. 


Il caos vaccini in Lombardia: centinaia di dosi pronte ma gli sms non partono

E mentre l’assessora alla sanità Letizia Moratti se la prende su Twitter con Aria, la società gestita proprio dalla Lombardia, con 56.383 tamponi effettuati, sono 4.810 i nuovi positivi nella regione con il tasso di positività stabile all’8,5%.
Aumentano i ricoverati in terapia intensiva (+3) e negli altri reparti (+95). I decessi sono 78. Nel week end è scoppiato il caso Cremona: sabato medici, infermieri e volontari tutti mobilitati per garantire il numero di dosi programmato e solo 80 utenti presenti invece degli attesi 600.
Sempre a causa della mancata convocazione da parte di Aria. Domenica la scena si è ripetuta identica: l’hub vaccinale di Cremona, in Fiera, si è ritrovato quasi deserto: solo 80 utenti presenti invece degli attesi 600.
Così, a fronte di un buco di 500 prenotazioni, l’Asst ha iniziato a chiamare direttamente le persone e i sindaci di Cremona e dei Comuni limitrofi affinché provvedessero ad inviare una lista di persone da contattare per evitare di sprecare anche una sola dose di vaccino. 

Non solo.  Anche a Monza e a Como il malfunzionamento delle prenotazioni ha causato un vuoto di centinaia di persone, appartenenti per lo più al mondo della scuola, che non si sono presentate dato che non avevano ricevuto alcun sms per l’appuntamento. All’Asst Lariana erano pronte circa 700 dosi ma questa mattina si sono presentati solo in 16 e quindi l’ospedale Sant’Anna di Como ha fatto ricorso agli elenchi degli aventi diritto per una chiamata all’ultimo momento. Al San Gerardo di Monza c’erano invece 400 prenotazioni per il personale scolastico che questa mattina non sono state utilizzate. Si è fatto ricorso a liste interne di asili, Protezione Civile, volontari Auser fornite da Ats Brianza, e vaccinato personale scolastico che si è presentato spontaneamente. 

Anche ieri Moratti ha cercato di prendere le distanze scaricando la croce su Aria. “L’inadeguatezza di @AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. È indecente!”, aveva scritto sabato su Facebook. E ieri lo ha ribadito: “Su @ariaLombardia servono decisioni rapide e drastiche. I cittadini non devono pagare le inefficienze della burocrazia”. Il problema è che, come le ha ricordato ieri la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, “lei è il capo e ha non il diritto, ma il dovere di intervenire e porre rimedi”.

Secondo il Fatto Quotidiano quello dell’assessora è un attacco interno alla maggioranza che guida attualmente la Lombardia, visto che Aria è una società voluta dall’assessore al Bilancio Davide Caparini, uomo di Matteo Salvini. La società è nata nel 2019 dalla fusione di tre enti regionali, l’Arca (ovvero la Centrale Acquisti), Lispa (Lombardia Informatica) e IlSpa (Infrastrutture Lombarde). Per Caparini Aria avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della Lega. E i risultati oggi sono questi. E il quotidiano scrive anche che Caparini e Guido Bertolaso, responsabile del piano regionale di vaccinazione, sono “arrivati alle mani” la settimana scorsa dopo il post in cui il primo criticava le file di anziani all’ospedale Niguarda a causa di un altro errore di Aria. 


La Lombardia tra le regioni dove il piano vaccini è più lento (e gli over 80 sono dimenticati)

Non finisce qui. Perché la Lombardia, fino a qualche giorno fa, si trovava nella lista delle dieci regioni in cui le somministrazioni dei vaccini andavano maggiormente a rilento.
I maggiori ritardi si sono registrati sugli anziani over 80: ne mancano circa 300mila all’appello, di cui molti ultranovantenni e centenari. 
Repubblica scrive che le iscrizioni sono partite il 15 febbraio e tantissimi non hanno ricevuto nemmeno l’sms di scuse annunciato da Moratti e dal suo super consulente Guido Bertolaso. La scusa accampata finora per spiegare i ritardi — penuria di scorte — non regge: ci sono 350 mila dosi di AstraZeneca e centomila di Pfizer. 
E Il Fatto Quotidiano sostiene anche che Caparini e Guido Bertolaso, responsabile del piano regionale di vaccinazione, sono “arrivati alle mani” la settimana scorsa dopo il post in cui il primo criticava le file di anziani all’ospedale Niguarda a causa di un altro errore di Aria. 

Sin dall’inizio della campagna vaccinale, l’intero sistema di prenotazioni gestito da Aria ha creato più di un problema ai cittadini: dagli sms non ricevuti dopo la prenotazione agli appuntamenti fissati a decine di chilometri di distanza rispetto al loro comune di residenza. 
Entro fine mese dovrebbe arrivare la soluzione con il passaggio al portale di Poste Italiane, scelto proprio da Letizia Moratti per sostituire Aria nella gestione delle prenotazioni, esautorando di fatto la società regionale.
Ma da gennaio a oggi sono stati cambiati cinque piani vaccinali, due assessori al Welfare, due commissari, due direttori generali al Welfare e due portali. E una soluzione non si è ancora trovata. 

Mentre è impietoso il bilancio dell’anno dell’emergenza coronavirus in Lombardia. La storia comincia a inizio febbraio 2020, quando il coronavirus già circola a Codogno, Alzano e Nembro ma né la Regione né il governo Conte istituiscono la zona rossa.
Poi c’è la storia dell’ospedale di Alzano Lombardo, uno dei focolai più importanti, che non viene chiuso e diventa il punto di partenza dell’epidemia in Val Seriana.
Il Pio Albergo Trivulzio vede morire 300 anziani e sotto accusa c’è l’errata gestione dell’emergenza e la decisione della Regione di far trasferire i convalescenti Covid nelle Rsa. A fine maggio l’apertura dell’indagine sui padiglioni inutilizzati della Fiera di Milano.
A luglio 2020 scoppia il caso camici, con gli acquisti per 513mila euro alla società Dama Spa, controllata dal cognato e dalla moglie del governatore Fontana. 

Il caso Gallera è la ciliegina sulla torta: prima sostiene che la zona rossa non poteva essere istituita dalla Regione ed è costretto a correggersi a causa dell’evidenza della legge, poi confonde l’indice Rt e viola le restrizioni. A gennaio 2021, quando giustifica i ritardi nelle vaccinazioni con le ferie dei medici, viene sostituito con Moratti. Intanto, la Lombardia finisce in zona rossa per errore.
I dati arrivati a Roma sono sbagliati, ristoranti e negozi chiudono. Gonfiati, anche quelli del “cruscotto regionale”che aggiorna i sindaci sul numero dei contagi nei comuni.
A gennaio la Regione riesce a sbagliare anche i primi bandi sui vaccini antinfluenzali: basi d’asta fuori scala ed errori nelle quantità da ordinare.
Le dosi arrivano a metà gennaio, ma ormai è tardi. Avanzano 900mila vaccini, 10 milioni di euro sprecati.

Native

Articoli correlati