Migliaia di chiamate al medico di famiglia dopo i casi collegati ad AstraZeneca. Ma Scotti rassicura...
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Migliaia di chiamate al medico di famiglia dopo i casi collegati ad AstraZeneca. Ma Scotti rassicura...

Il segretario nazionale di Fimmg, si è espresso sull’enorme quantità di telefonate ai medici di base:”Mi sento di tranquillizzare. Mantenere la calma è fondamentale anche se alcuni episodi incrementano la paura”

Vaccino AstraZeneca
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12 Marzo 2021 - 16.30


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Silvestro Scotti, segretario nazionale di Fimmg, ha spiegato come le continue richieste di chiarimento da parte dei pazienti sono dovute al fatto che “siamo noi il punto di riferimento. Le persone non chiamano certo il centro vaccinale”. 
La preoccupazione per le indagini in corso sui casi di morte per trombosi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca ha fatto sì che molti dei candidati “tempestassero di chiamate i medici di base”, anche se ad oggi “in base ai primi dati, non c’è motivo di preoccuparsi”. Lo ha affermato “Molte Asl dopo la somministrazione rilasciano il certificato con su scritti tutti i dettagli del vaccino inoculato. E le persone temono che la dose che hanno ricevuto faccia parte del lotto incriminato. Non so se il motivo è legato a
distrazione, ma di certo queste cose aumentano il clima di sospetto”, ammette Scotti. Per il segretario di Fimmg l’allarme è un altro: “L’epidemia galoppa, le forniture di vaccino sono poche, se a questo si aggiunge anche diffidenza nei confronti di un particolare vaccino non ne usciamo più”. Ecco perchè, mette in guardia Scotti, “le istituzioni devono procedere velocemente a fare chiarezza sulla situazione”.
I sospetti “aumentano in base al livello culturale: una persona più istruita comprende bene il concetto di casistica, una meno preparata no. La cosa che ha attirato maggiormente l’attenzione è il fatto che i soggetti erano in buona salute e abbastanza giovani, Ma anche all’interno di quella fascia d’età ci possono essere casi di morte”. Per fare ulteriore chiarezza, Scotti spiega che il trombo-embolismo, la causa di morte più accreditata, “ha una percentuale dello 0,007 per mille rispetto alla casistica vaccinale mondiale sui dati che si stanno raccogliendo”. Quindi, “Mi sento di tranquillizzare. In base ai dati che ho analizzato, i due decessi mi sembrano legati a una casistica. O a una predisposizione genetica di questi pazienti. In quella giornata, in quella fascia di età quanti pazienti sono morti per trombosi? Questo va chiarito”. Ci sono delle indagini in corso su più livello e “il cittadino deve comprendere che questo è un meccanismo di protezione non di allarme. Potrebbe benissimo venire fuori che il vaccino non c’entra nulla”, conclude.

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