Bancarotta fraudolenta: arrestato il fondatore del Cepu
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Bancarotta fraudolenta: arrestato il fondatore del Cepu

I finanzieri del nucleo speciale di Polizia valutaria hanno proceduto anche a un sequestro preventivo per 28 milioni di euro

Francesco Polidori
Francesco Polidori
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8 Marzo 2021 - 10.24


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Il fondatore di Cepu (gruppo che si occupa di istruzione e formazione universitaria), Francesco Polidori, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’indagine della procura di Roma su una ipotesi, tra gli altri reati, di bancarotta fraudolenta. I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria hanno proceduto anche ad un sequestro preventivo per 28 milioni di euro.

L’indagine, denominata ‘Tutoring’, vede coinvolti 6 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, auto-riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sono state sequestrate preventivamente le quote “di un’importante società tuttora attiva nel settore dell’istruzione, disponibilità finanziarie e immobili – tra cui lo stabile ove ha sede una università telematica – per un valore complessivo di circa 28 milioni di euro”.

“Le indagini riguardano i fallimenti di 2 importanti società – vere e proprie “bare fiscali che sono state portate a decozione con un passivo complessivo di oltre 180 milioni di euro – attraverso le quali, negli anni, il predetto imprenditore, oggi tratto in arresto, ha distratto asset dalle società e sfruttato importanti marchi del comparto dei servizi di istruzione e formazione, eludendo il versamento di ingenti imposte dovute all’Erario”, si legge nella nota delle Fiamme Gialle.

“In particolare, le investigazioni hanno consentito di rilevare che gli indagati – ricorrendo a vere e proprie società qualificabili come “scatole cinesi”, anche di diritto estero – hanno ideato e realizzato una serie di complesse operazioni societarie, commerciali e finanziarie tra le quali spiccano: la creazione di una società fiduciaria in Lussemburgo, intestata a terzi ma, di fatto, riconducibile
agli indagati, mediante la quale è stata dissimulata la reale proprietà dei beni immobili e marchi, sottratti alle imprese fallite e fatti confluire in un’ulteriore società creata ad hoc, oggi sottoposta a sequestro.

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