Tra didattica a distanza e aule non riempite definitivamente, la scuola prova a ripartire, ma le varianti spaventano e si rischia un nuovo allontanamento dalle classi.
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi ha spiegato quale sia l’obiettivo a lungo termine.
“Tornare a scuola al 100% è un obiettivo che ci poniamo tutti, il problema è se in queste situazioni sia possibile. In questo momento è difficile pensarci, ma è un obiettivo di lungo termine al quale dobbiamo prestare attenzione. Non a caso abbiamo chiesto un’accelerazione della campagna vaccinale”.
“La variante si sta diffondendo all’interno popolazione e bisogna stare attenti soprattutto in quegli ambienti come le aule dove ci sono molti ragazzi e docenti in spazi abbastanza limitati. Al momento mancano rilevazioni ufficiali sul rendimento dei ragazzi rispetto all’adozione della didattica a distanza, non a caso ho chiesto se ne possa occupare l’Invalsi, Istituto Nazionale per Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, così da avere un monitoraggio effettivo, scientifico su basi oggettive che possa essere realizzato in tutte le classi. Pensare a una ripresa settembre con un monitoraggio e un piano recupero che possa effettivamente colmare queste lacune mi sembra un buon orizzonte di politica scolastica”, ha affermato poi Giannelli.
“Abbiamo un forte bisogno di capire dove ci sono sacche povertà ed esattamente in cosa consistono. La pandemia ha acuito situazioni che già esistevano – ha aggiunto – La situazione è molto differenziata sia a livello geografico sia a livello di singola classe, dipende dalle singole situazioni, tanti ragazzi non sono riusciti a collegarsi in maniera efficace, a seconda della situazione della famiglia l’efficacia della dad è stata diversa. Bisogna vedere dove le competenze sono carenti, soprattutto negli istituti superiori dove quest’anno è stato più sofferto, con stop and go continui”.
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