Iniziative sono in corso davanti al Ministero dell’Istruzione e alle prefetture.
“Non si può tenere aperto tutto, mentre la scuola resta sempre chiusa, da ormai un anno”, dicono gli aderenti al comitato “Priorità alla Scuola” che chiede che la scuola sia finanziata perché possa avere più spazi, più personale, per riaprire le infermerie, per fare uno screening sanitario regolare della comunità scolastica (docenti, ATA, studenti), per inserire, come categoria prioritaria, il personale scolastico ad alto rischio nella fase 1 dell’agenda vaccinale.
Per questi motivi sono state organizzative nuove mobilitazioni anche per i prossimi giorni.
Rientro in classe, oggi, solo per i ragazzi delle scuole superiori in Toscana (poco più di 166 mila), Abruzzo (56.500) e Valle d’Aosta. I ragazzi rientreranno al 50% in presenza. Tutte le altre Regioni hanno scelto di rinviare il ritorno sui banchi degli studenti delle superiori in date che vanno dal 18 gennaio al 1 febbraio.
Toscana – “Sono felice di tornare in classe, anche se è strano perché è quasi un anno che non torniamo a scuola – dice Martina del liceo classico Michelangiolo, storico istituto del centro di Firenze – la didattica a distanza è una scuola a metà quindi sono felice di tornare in presenza ma anche un po’ preoccupata perché qui abbiamo tanti contatti quindi c’è anche il timore di contagiarsi”. La campanella del Michelangiolo ha suonato alle 8.15, all’ingresso nessun assembramento e due volontari della Croce rossa italiana che misurano la febbre agli studenti. Per Jack che frequenta la succursale del liceo scientifico Castelnuovo “la distanza a volte è più semplice, ma tornare a scuola a tutta un’altra cosa a scuola perché posso avere un rapporto diretto con i miei compagni e partecipare meglio alle lezioni”.
Entusiasmo per il rientro a scuola in presenza in Toscana soprattutto per gli studenti dell’ultimo anno che a giugno dovranno affrontare gli esami di maturità. Per Niccolò, studente del liceo scientifico Castelnuovo di Firenze il rientro in classe “è emozionante e molto importante soprattutto per noi che siamo studenti del quinto anno e dobbiamo fare la maturità, rientrare in classe è necessario e sufficiente a svolgere bene l’anno scolastico. Per molti studenti – aggiunge – la didattica a distanza è stata faticosa, la soglia di concentrazione è molto più bassa da casa, ed è difficile seguire le lezioni dal computer, quindi è molto importante rientrare in classe, siamo fortunati”.
Sta funzionando a Firenze il piano trasporti per il rientro in classe del 50%, degli studenti delle superiori: nel capoluogo toscano sono circa 21.000 i giovani che possono da oggi tornare a far lezione in presenza su una popolazione scolastica totale di circa 42.000 ragazzi. Lo scaglionamento degli orari di ingresso e la didattica in presenza al 50% hanno evitato, secondo quanto emerso al momento, assembramenti sui mezzi di trasporto, bus e tramvia, e alle fermate, dove a vigilare ci sono steward in pettorina gialla.
“Io avrei preferito fare o tutta didattica a distanza o tutta in presenza, perché i ragazzi così sono molto scombussolati e anche noi docenti: un giorno andiamo a scuola e un giorno facciamo didattica a distanza, organizzare il lavoro così è un po’ complicato e anche per i ragazzi è pesante”. Così Antonella Troccoli, docente di educazione fisica a Firenze, entrando questa mattina al liceo classico Michelangiolo per il primo giorno di rientro a scuola degli studenti.
“Sono un po’ emozionata, rivedere i ragazzi è splendido, ho passato da sola due mesi a scuola insieme solo al vicepreside e 13 bidelli, ma certo il problema sanitario esiste ancora”. Così Liliana Gilli, dirigente scolastico del liceo classico Galileo di Firenze.
“La scuola non è uno dei tanti settori ma è il cuore, lo specchio del futuro”. Lo ha detto, intervenendo a Caterpillar su Rai Radio 2 stamani, il sindaco di Firenze Dario Nardella.
“Ritengo che la scuola sia l’elemento centrale per la vita di una comunità, perché la scuola significa il nostro futuro, attraverso la formazione dei nostri ragazzi, e quindi quando ho visto che vi era l’opportunità non ho pensato a rinviare per avere magari maggiore sicurezza”. Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani.
Valle D’Aosta – Incremento delle linee di trasporto su gomma, raddoppio delle carrozze ferroviarie, volontari dell’Associazione nazionale alpini e forze dell’ordine davanti a scuole e stazioni: così la Valle d’Aosta ha oggi riattivato la didattica in presenza al 50 per cento nelle scuole superiori. Gli studenti coinvolti sono in totale 5.600, 840 gli insegnanti.
La ripresa dell’attività didattica in presenza nelle scuole superiori della Valle d’Aosta “è un segno per guardare avanti in momenti difficili. Per ora siamo al 50%, ora speriamo di poter riaprire a tutti”. Così Luciano Caveri, assessore regionale all’istruzione. “Dopo tante settimane di didattica a distanza – prosegue – ha riempito il cuore vedere i ragazzi delle superiori con i loro insegnanti rivedersi in questa giornata invernale così fredda”.
Abruzzo Lezioni in presenza al 50%, da oggi, in Abruzzo, per le scuole secondarie di secondo grado. Ma sono tante le voci contrarie alla riapertura parziale e a sostegno dello ‘sciopero digitale’ degli studenti di Pescara annunciato da ‘Libera Associazione Studentesca’, Cobas scuola, ‘Priorità alla scuola’ e ‘Patto per l’Abruzzo resiliente’. Questa mattina è previsto un presidio in Piazza Unione, davanti alla sede del Consiglio regionale, per rivendicare un tavolo permanente di confronto con la Regione e per un rientro a scuola del 100% degli studenti in condizioni di sicurezza. “Sostengo in pieno l’iniziativa di studenti e associazioni – dice il consigliere regionale Antonio Blasioli (Pd) – occorre riaprire, ma va fatto in sicurezza: con un sistema di trasporti sicuro ed efficiente, strutturazione di presidi sanitari nelle scuole e confrontandosi con il mondo della scuola”. Anche Rifondazione Comunista, federazione di Pescara, sostiene lo ‘sciopero digitale’. Mentre alunni e personale di infanzia, primaria e medie inferiori hanno continuato a rimanere in presenza. Dei 57.000 studenti abruzzesi delle superiori solo metà rientrerà in classe, gli altri resteranno in Dad.
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