Fondazione Gimbe: “Ci sono i presupposti per la tempesta perfetta che generi la terza ondata”
Top

Fondazione Gimbe: “Ci sono i presupposti per la tempesta perfetta che generi la terza ondata”

Con l'inverno alle porte, l'imprevedibile impatto dell'influenza stagionale, l'imminente passaggio al giallo dell'intero paese e il legittimo entusiasmo per il vaccino in arrivo si potrebbe verificare quella tempesta perfetta

Coronavirus
Coronavirus
Preroll

globalist Modifica articolo

10 Dicembre 2020 - 09.51


ATF

La Fondazione Gimbe ha eseguito un monitoraggio nella settimana tra il 2-8 dicembre riguardo il rapporto tamponi-positivi e ha lanciato un allarme molto serio: il rallentamento dei nuovi casi in Italia è conseguente a un drastico crollo del numero dei tamponi, pari a 18,1% in meno della settimana precedente. “D’altra parte, gli ospedali sono ancora saturi, tant’è che ricoveri e terapie intensive restano sopra la soglia di saturazione in 15 regioni. E sono stati registrati ben 4.879 decessi in una settimana. Ora, con l’inverno alle porte, l’imprevedibile impatto dell’influenza stagionale, l’imminente passaggio al giallo dell’intero paese e il legittimo entusiasmo per il vaccino in arrivo si potrebbe verificare quella tempesta perfetta che può innescare la terza ondata”.
“Anche questa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – si confermano evidenti segnali di rallentamento del contagio quali la riduzione dell`incremento percentuale dei casi totali (8,4% vs 11,4% a livello nazionale, registrata anche in tutte le Regioni) e del numero dei nuovi casi settimanali, ma l`effetto non è dovuto solo alle misure introdotte”. Rimane infatti stabile il rapporto positivi/casi testati e, soprattutto, si registra un`ingiustificata riduzione di oltre 121 mila casi testati (-18,1%), che solo in 5 Regioni aumentano rispetto alla settimana precedente.
“Da questi numeri – spiega Cartabellotta – emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto che le misure introdotte hanno frenato il contagio; in secondo luogo che l’effetto delle misure sull’incremento dei nuovi casi è sovrastimato da una consistente riduzione dell’attività di testing; infine che, a invarianza di misure restrittive, la discesa della curva sarà molto lenta, certo non paragonabile a quella della prima ondata”.
“La riduzione del bacino degli attualmente positivi – continua il Presidente – è lenta, modesta, oltre che sovrastimata dalla notevole riduzione di tamponi e casi testati delle ultime settimane”. Infatti, dal record di 124.575 casi testati in media al giorno della settimana 4-11 novembre, in quella 2-8 dicembre si è registrato un decremento del 36,8% (-45.851 casi testati/die). Meno evidente la riduzione dei tamponi totali, passati da una media di 214.187/die della settimana 12-18 novembre ai 179.845 della settimana 2-8 dicembre, con un calo giornaliero medio di 27.907 tamponi (-13,4%).
Se le misure di mitigazione hanno allentato la pressione su ricoveri e terapie intensive che hanno superato il picco e iniziato una lenta fase discendente, la soglia di occupazione per pazienti Covid continua a rimanere oltre il 40% nei reparti di area medica e del 30% nelle terapie intensive in 15 Regioni. La curva dei decessi comincia a salire in maniera meno ripida.
“Con questi numeri – spiega Cartabellotta – il Paese si presenta come un paziente con ‘quadro clinico’ ancora molto grave e instabile che, superata la fase acuta (picco di contagi e di pazienti ospedalizzati), inizia a mostrare i primi segni di miglioramento grazie alle terapie somministrate. Ma la prognosi rimane riservata e, per essere sciolta, richiede una rigorosa e prolungata ‘compliance’ a tutte le misure individuali, al distanziamento sociale e alle restrizioni imposte da Governo e Regioni”.
“Siamo in una fase estremamente delicata dell’epidemia – ribadisce Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – per almeno tre ragioni: innanzitutto con oltre 700 mila attualmente positivi è impossibile riprendere il tracciamento dei contatti; in secondo luogo, ci attendono lunghi mesi invernali che favoriscono la diffusione di tutti i virus respiratori; infine, sino a metà gennaio non sapremo se l’impatto dell’influenza sarà, come auspicato, più contenuto rispetto alle stagioni precedenti. In tal senso, arrivare a quel momento con gli ospedali saturi potrebbe avere conseguenze disastrose per la salute e la vita delle persone”.
“Altri due elementi – conclude Cartabellotta – completano la tempesta perfetta che rischia di innescare la terza ondata. Alla vigilia delle festività natalizie, tutte le Regioni si avviano a diventare gialle, un colore che non deve essere letto come un via libera, ma impone il rispetto di regole severe per impedire assembramenti e ridurre al minimo i contatti sociali tra persone non conviventi. Infine, l’auspicato e (speriamo) imminente arrivo del vaccino non deve costituire un alibi per abbassare la guardia: nella più ottimistica delle previsioni, infatti, un’adeguata protezione a livello di popolazione potrà essere raggiunta solo nell’autunno 2021 con una massiccia adesione delle persone alla campagna di vaccinazione”.
Nel dettaglio, nella settimana presa in considerazione dal monitoraggio calano del 5,4% i casi attualmente positivi (737.525 vs 779.945) e, sul fronte degli ospedali, diminuiscono sia i ricoveri con sintomi (30.081 vs 32.811) che le terapie intensive (3.345 vs 3.663); in lieve riduzione anche i decessi (4.879 vs 5.055). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano queste variazioni: decessi 4.879 (-3,5%); terapia intensiva -318 (-8,7%); ricoverati con sintomi: -2.730 (-8,3%); nuovi casi 136.493 (-17,7%); casi attualmente positivi -42.420 (-5,4%); casi testati -121.726 (-18,1%); tamponi totali: -142.105 (-10,1%).

Native

Articoli correlati