Rispetto a marzo “siamo in un altro mondo, ora il contagio è molto più distribuito. Non penso che tutta l’Italia sia uguale: serviranno sempre di più risposte differenziate e un coordinamento puntuale fra Stato e amministrazioni locali”. Ad affermarlo in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’ è il commissario straordinario all’ emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. “Il senso di ciò che abbiamo imparato – dice – è rintracciare il virus sempre prima, curare le persone a casa sempre di più. I medici di base devono poter fare i test nelle case e curare lì il più possibile i malati, visto che ormai i protocolli sono standardizzati”.
Inoltre, dice Arcuri, “facciamo ormai stabilmente oltre 100 mila tamponi molecolari al giorno e ci stiamo attrezzando per chiudere il gap fra domanda e offerta. Daremo alle Regioni molto presto la possibilità di arrivare a 200 mila. Stiamo chiudendo l’offerta pubblica per i test rapidi antigenici e ne compreremo 10 milioni, non più 5”. Arcuri difende il lavoro che è stato fatto sulle scuole: “I contagi degli studenti sono lo 0,15%, cinque volte sotto la media italiana; dei docenti lo 0,32%, dei non docenti lo 0,28%. La scuola oggi è uno dei luoghi più protetti”.
Ma non si è pensato ai bus per fare arrivare i ragazzi: “A me – risponde il commissario – è stato chiesto di aiutare a riaprire le scuole in sicurezza”. In generale, rispetto alle spese che sta sostenendo, Arcuri afferma: “Il totale dei miei impegni è di 2,89 miliardi, più 447 milioni di contratti ereditati dalla Protezione civile. Inoltre, dispongo di 1,41 miliardi per il potenziamento della rete ospedaliera. Poi 125 milioni per vaccini, test sierologici, antigenici e molecolari rapidi e 461 milioni per le scuole. Di tutte queste risorse 190 milioni vengono dalle donazioni, il resto dal governo”.
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