“Settanta proiettili e un silenziatore: il padre preparava da mesi l’omicidio”. Così La Stampa titola dedicando un articolo agli sviluppi delle indagini del caso di Claudio Baima Poma, operaio 47enne di Rivara, in provincia di Torino, che ha ucciso il figlio undicenne Andrea e si è poi suicidato.
Quando gli investigatori sono entrati nella casa di Rivara, in cucina hanno trovato una busta che conteneva 70 proiettili calibro 7,65. Proprio come quelli utilizzati per caricare la vecchia Beretta modello 71 e sparare prima al petto del figlio undicenne e poi farla finita con un colpo alla tempia.
Quello dei settanta proiettili non è l’unico ritrovamento fatto dagli inquirenti.
Sull’arma utilizzata sembra fosse montato un silenziatore fabbricato artigianalmente: anche per questo, nel cuore della notte, nessun vicino di casa avrebbe sentito il botto provocato dai due spari.
Ora i carabinieri della Compagnia di Venaria, coordinati dalla Procura di Ivrea, dovranno capire dove l’uomo avesse recuperato la pistola con la matricola abrasa, ma anzitutto se e da quanto progettasse di mettere in atto il gesto:
Sempre secondo gli inquirenti, il progetto di mettere in atto il piano, all’operaio sarebbe frullato in testa già da diverso tempo. Forse a partire proprio dal febbraio del 2019 quando si è separato dalla sua ex compagna.