Pessima "decisione anti Covid": in una scuola ad Avellino si dividono gli alunni in classi di "bravi" e "meno bravi"
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Pessima "decisione anti Covid": in una scuola ad Avellino si dividono gli alunni in classi di "bravi" e "meno bravi"

La decisione del V Circolo didattico di Avellino per permettere il distanziamento degli studenti.

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21 Settembre 2020 - 11.33


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Per un ritorno sui banchi in sicurezza? Dividere le classi in “bravi” e “meno bravi”, evitando così il sovraffollamento. Questa la decisione del consiglio di istituto e la dirigente scolastica del V Circolo didattico di Avellino che aggirerà il problema delle classi sovraffollate dividendo gli alunni secondo la pagella conseguita nello scorso anno scolastico.

Si tratta di discriminazione, per il segretario provinciale della Cgil, Franco Fiordellisi, che, delibera del consiglio di istituto alla mano, denuncia quanto deciso per cinque classi che saranno formate secondo “omogeneità del rendimento scolastico”. “Una scuola pubblica ha un valore assoluto che è quello di essere eterogenea e non omogenea – sottolinea – per questo ritengo del tutto sbagliata l’impostazione della preside di Avellino”. 

Intanto la dirigente scolastica del V Circolo didattico di Avellino, Angela Tucci, non smentisce la notizia diffusa dalla Cgil, anzi ne rivendica la validità, frutto di “un lavoro titanico per garantire la sicurezza degli alunni e di tutto il personale”, dichiara all’AGI. E precisa: “I criteri adottati sono stati condivisi dai genitori che fanno parte del consiglio di istituto. E soprattutto non rappresentano alcuna discriminazione”.

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Per il sindacato, invece, sul fatto che che i genitori Fiordellisi condividano la scelta ci sono forti dubbi. “Alcuni sono sconcertati – afferma il segretario Cgil – e si sentono lesi dal provvedimento, anche se è controfirmato dal presidente del consiglio d’istituto, che è un genitore”.

“Soluzioni provvisorie che ci auguriamo abbiano una durata ridotta nel tempo”, ribatte il dirigente scolastico. “Abbiamo lavorato tanto per garantire questa soluzione che ci è sembrata la più adeguata per la ripartenza, tanto attesa dopo i lunghi mesi di lezioni a distanza per il lockdown”, conclude Tucci.

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