L'arcivescovo di Palermo: "La pandemia ci ha resi peggiori, è una scusa per respingere i migranti"
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L'arcivescovo di Palermo: "La pandemia ci ha resi peggiori, è una scusa per respingere i migranti"

In occasione del Festino di Santa Rosalia, Mons. Lorefice: "Se il virus non ci ha insegnato nulla allora siamo degli illusi, dei poveri disperati"

Corrado Lorefice
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14 Luglio 2020 - 19.20


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L’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, nel corso del suo discorso alla città in occasione del Festino di Santa Rosalia (che quest’anno, a causa del Covid non avrà la sua processione), ha dichiarato: “La pandemia sembra essere diventata un motivo ulteriore di disinteresse, di chiusura e di respingimento”. 
“Come se il nostro malessere fosse una scusa buona per chiudere la porta in faccia a quanti, ancora una volta da noi, hanno ricevuto, dopo secoli di soprusi e di rapine, anche il virus che si trova sui barconi”, ha aggiunto l’arcivescovo di Palermo ricordando poi che “giorni fa, addirittura, abbiamo avuto l’ardire di rimandare in Libia, nei campi di concentramento, un bambino neonato”.
Per Lorefice “è stato il colmo dell’abiezione e stasera davanti a te – rivolgendosi a Santa Rosalia – io devo gridare basta: basta con questo egoismo omicida e suicida. Basta con questa miopia. Se il virus non ci ha insegnato che il destino del mondo è uno solo, che ci salveremo o periremo assieme, se la pandemia ci ha resi ancora più pavidi e calcolatori, facendoci credere di poter salvare il nostro posto al sole, siamo degli illusi, dei poveri disperati”.

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