Il sindaco di Codogno: "Non lasciateci soli, la vita di 50 mila persone è sospesa"

Francesco Passerini sull'emergenza Coronavirus: "L'emergenza più grande è proprio per l'economia del territorio, qui si rischiano danni devastanti"

Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini
Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini
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28 Febbraio 2020 - 16.45


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Un appello disperato dacci è rinchiuso nella zona rossa.
Non possiamo esser lasciati soli. Cinquantamila persone hanno messo in stand-by la loro vita”.
Così Francesco Passerini, sindaco di Codogno, il comune in provincia di Lodi in quarantena per il Coronavirus. “Al di là delle edicole riaperte ieri, e solo grazie ad un accordo ad hoc per poter tenere informati gli abitanti della zona rossa, la situazione non è cambiata affatto”.
“E’ tutto chiuso – continua Passerini – l’emergenza più grande è proprio per l’economia del territorio, qui si rischiano danni devastanti. Abbiamo avuto notizia che da lunedì, e forse già da domani, riusciranno ad aprire i primi sportelli postali, almeno per le pensioni – annuncia – Stiamo pianificando il tutto per gestire il maggiore afflusso, soprattutto di anziani, negli uffici, attraverso file separate a evitare assembramenti di persone”.
Ma è al sistema produttivo lodigiano che Passerini pensa. “Adesso si sta facendo molta insistenza col Governo per le attività produttive, l’emergenza è che non si distrugga un sistema produttivo fino ad oggi mai in perdita, tenerlo bloccato porterebbe a un danno economico devastante. C’è stato anche modo di far arrivare una segnalazione di tutti noi sindaci dell’area rossa a Palazzo Chigi per chiedere un’apertura graduale”, spiega.
“Per dire, abbiamo la realtà della Mta, leader mondiale nella microcomponentistica meccanica, che ha la filiale cinese di Shanghai aperta e quella di Codogno, dove è nata, e chiusa”.
“Da subito – continua il sindaco di Codogno – abbiamo chiesto misure cautelative in caso di criticità lavorative, mutui, affitti, affinché non ricadano sul contribuente con una rata unica, e siamo in attesa di questi dispositivi. Discorso diverso è quello del permesso lavorativo. All’interno dell’area rossa non sono mai state poste questioni, piuttosto dalle aziende al di fuori che avevano dipendenti nell’area rossa: alcune sembrano non riconoscere il decreto presidente del Consiglio. Per la pubblica amministrazione, ad esempio, è stato creato un giustificativo ad hoc, mentre per le partite iva, gli artigiani, i commercianti e le imprese siamo in attesa di risposte dal Governo”.
“Stiamo cercando di rispettare tutte le disposizioni perché questa emergenza duri il minor tempo possibile. Ancora oggi rispondiamo a 350 contatti al giorno – conclude Passerini – numeri enormi in relazione al territorio. Le richieste? Le più disparate – aggiunge – Dalla donna con il marito ricoverato a Milano e che non ha modo di vedere, all’operaio che deve certificare all’azienda che pur risiedendo altrove è domiciliato a Codogno, dai pasti a domicilio per gli anziani, ai farmaci salvavita, dall’assistenza ai disabili all’albero pericolante da abbattere. Ci siamo inventati una ‘radio zona rossa’ grazie alla partecipazione della parrocchia e ai volontari, quella che un tempo si chiamava ‘radio Codogno’ e che al canale 100,3 fm è stata riattivata per far arrivare notizie alle persone anziane con due bollettini ogni giorno, uno alle 11 e uno alle 17, subito prima del rosario”.

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