Coronavirus, primo morto in Italia: la vittima un paziente di Vo' Euganeo
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Coronavirus, primo morto in Italia: la vittima un paziente di Vo' Euganeo

L'uomo aveva 77 anni ed era ricoverato da alcuni giorni in terapia intensiva. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha confermato la morte nell'ospedale

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21 Febbraio 2020 - 08.04


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Purtroppo c’è stato il primo decesso: un uomo di 77 anni, di Monselice (Padova), risultato positivo al Coronavirus, è morto questa sera poco dopo le 22,45.

Ricoverato in terapia intensiva

Era in terapia intensiva, in condizioni critiche il 77enne stroncato dal Coronavirus, un pensionato padovano, originario di Monselice e che viveva a Vo’ Euganeo; di lui aveva parlato in questi termini poche ore prima del decesso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Per noi le analisi sono positive, stiamo aspettando la conferma dallo Spallanzani, ho parlato più volte con Borrelli oggi pomeriggio, sono due cittadini di Vo’ Euganeo, uno del ’42 e uno del ’53, uno in condizioni critiche in terapia intensiva. Siamo preoccupati”.

Zaia conferma la morte

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha confermato la morte nell’ospedale Schiavonia di Monselice di un anziano contagiato da coronavirus, il primo decesso in Italia. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a conclusione del Comitato operativo della Protezione civile.
“Durante la riunione il Presidente Zaia ci ha comunicato questa informazione”, ha detto Speranza, rispondendo ad una domanda.più
Il bilancio in Italia dell’epidemia di coronavirus è di 20 contagi ed un morto. I casi sono 16 in Lombardia, 1 in Veneto e 3 nel Lazio. Si chiama Adriano Trevisan la prima vittima di Coronavirus morta in Italia. Il 78enne, ricoverato da 15 giorni, era uno dei due contagiati nel padovano, dove è positivo anche un suo compaesano di 67 anni. Trevisan, padre di tre figli fra cui un ex sindaco del Paese, era stato giudicato in gravi condizioni dai medici. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha disposto lo svuotamento del nosocomio di Schiavonia. In questo ospedale alcuni test sono risultati positivi tra i tamponi già effettuati (in tutto saranno controllate seicento persone).

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La situazione
Altre 8 persone risultano positive al Coronavirus a Codogno, in Lombardia, e ci sono altri 2 casi in Veneto, a Padova: i due sono già stati isolati in ospedale e ora sono in attesa degli esiti del secondo test. 
Dei contagiati a Codogno, 5 sono operatori sanitari, infermieri e medici dell’ospedale, gli altri tre sono pazienti. Le sei persone risultate positive al coronavirus in Lombardia “sono in condizioni serie”. E’ quanto ha affermato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. I malati sono tutti adulti, intorno ai 40 anni. Si tratta di un uomo di 38 anni dipendente della Unilever di Lodi, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Codogno. Le sue condizioni sono leggermente migliorate rispetto a ieri sera, quando si è presentato al Pronto soccorso.
Sono nove i Comuni, tutti nella stessa area, interessati dall’ordinanza sul coronavirus decisa da una cabina di regia presieduta dal governatore Attilio Fontana, dal ministro della Salute Roberto Speranza e il capo della protezione civile Borrelli. Lo ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Giulio Gallera: si tratta dei comuni di Codogno, Casalpusterlengo, Maleo, Fombio, Somaglia, Castiglione d’Adda, Bertonico, Castelgerundo, Terranova dei Passerini. 

“Il messaggio che diamo a chi abita in questi paesi è di rimanere a casa – ha spiegato l’assessore Gallera -. Chiediamo di rimanere al proprio domicilio e a chi è stato in contatto con questi casi di chiamare il 112. La situazione è estremamente nuova, particolare per il nostro paese, invitiamo alla calma”.
Ed è risultato negativo al tampone il dipendente della Mae di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), attualmente isolato all’ospedale Sacco di Milano: lo afferma la Regione Emilia-Romagna in una nota. “Nonostante l’esito negativo che attesta l’assenza di infettività secondo il principio della massima precauzione, sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati”. Con il dipendente della ditta piacentina ha cenato il 38enne lodigiano risultato positivo al Covid-19.

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È ricoverata in isolamento nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza una donna, sintomatica, collega del paziente positivo al coronavirus alla Unilever di Lodi, spiega la Regione Emilia-Romagna in una nota. Di questa paziente è atteso l’esito del tampone esaminato presso il laboratorio di riferimento regionale del Sant’Orsola.

“Stiamo indagando, sono 3 persone che si sono presentate con quadro clinico di polmonite all’ospedale di Codogno, stiamo cercando di capire se ci sono stati contatti con i primi 3 casi”, ha aggiunto la dottoressa Maria Gramegna, dirigente dell’assessorato al Welfare, che ha parlato di sintomi “importanti di polmonite”.

“Ancora non sappiamo da chi si è diffuso il virus, potrebbe non essere da caso zero ma potrebbe anche essere che è guarito. Non abbiamo la certezza di quale sia il caso indice”, ha spiegato l’assessore Gallera. “Abbiamo recuperato il caso indice, tornato dalla Cina il 21 gennaio, ora al Sacco. Ha fatto subito i controlli, sta bene e non ha avuto sintomi, salvo una leggera febbre”, precisa. Come ha precisato anche Maria Gramegna, della direzione generale Welfare, è risultato negativo al test: “Il problema che possa essere negativo il caso indice è che a un certo punto il virus viene eliminato, quando la persona guarisce. Il test quindi potrebbe non trovarlo più”. Per questo motivo i suoi campioni sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità (Iss) a Roma, “per cercare gli anticorpi al virus”. Potrebbe essere, ha aggiunto Gallera, “che non sia lui il caso zero o che sia guarito. Non abbiamo certezza di quale sia il caso zero”.

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“A oggi abbiamo un numero cospicuo di persone su cui stiamo intervenendo, a oggi circa 250 persone sono in isolamento e a cui faremo il tampone”, ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.

“I casi segnalati in Lombardia sono i primi che si sono verificati sul territorio italiano e ci fanno entrare in una fase nuova”: così Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma. “Per la prima volta – precisa – siamo passati da casi di importazione a casi di circolazione locale del virus”.

Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza è in partenza per la Lombardia. Con lui è anche il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.

 

 

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