Il post della vittoria che compare sul profilo Facebook delle Sardine ha tutto il gusto della rivalsa: “Avete toccato il fondo più e più volte. Mentre noi riscoprivamo quella cosa meravigliosa che è la politica, voi non perdevate occasione per sminuirla. Vi siete concentrati sull’attaccare gli avversari perdendo di vista i contenuti che anche i vostri potenziali elettori, magari, avrebbero gradito ascoltare”.
“Ci avete sminuiti, sbeffeggiati, umiliati come cittadini e come elettori – aggiungono – avete attaccato le donne sapendo di generare maggiori interazioni sui social e quindi di ricevere maggiore visibilità” continuan; “Nonostante la marea di soldi che continuiamo a non sapere da dove provengano. Nonostante la sregolatezza e i media ossessionati dalle ‘salvinate’ di turno. Nonostante le ore passate a fare selfie con i passanti. Nonostante le sagre di paese che avete occupato. Nonostante i vicoli che ci avete venduto come piazze gremite. Nonostante l’acqua del Po distribuita in Calabria. Ora ci aspettiamo che i media passino al setaccio ogni vostra imprudenza, ogni vostro errore, ogni vostra leggerezza. Un trattamento che tocca a chi perde. E che a maggiore ragione è doveroso quando a perdere è chi ha giocato sporco. Per il vostro mantra delle elezioni subito, oggi dovremmo andare al voto a Forlì e a Ferrara. Secondo il vostro mantra del consenso che tutto concede, dovreste chiedere permesso prima di entrare a Bibbiano, a Riace o al Pilastro, la prossima volta”.
“Siamo nati – sottolineano le Sardine – dicendo che eravamo contro il populismo. Oggi siamo consapevoli che, se lo vogliamo, oltre che ‘contro’ possiamo essere ‘meglio’. E possiamo esserlo con mezzi sconosciuti a chi fa propaganda di mestiere: gratuità, relazioni umane, creatività ed empatia”.
L’esperienza dell’Emilia-Romagna, rivendicano, “dimostra che le sardine servivano come l’ossigeno, l’esperienza della Calabria dimostra che le sardine da sole non bastano; che la domanda di politica si risveglia se l’offerta è adeguata, coraggiosa e coesa. Il 14 novembre avevamo annunciato che stava prendendo avvio una campagna elettorale difficile. Lo avevamo intuito quando abbiamo letto quel ‘liberiamo’ così offensivo per le strade di Bologna. Ne abbiamo avuto la conferma definitiva quando la memoria di Kobe Bryant è stata associata ad una candidata governatrice il giorno stesso del voto, in pieno silenzio elettorale. Avete toccato il fondo. Più e più volte”.
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