“Ricordiamolo sempre: la prima violenza sulle donne è sempre islamica”. Questo è il raffinato pensiero di Daniela Santanché, che nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne ha deciso di fare propaganda islamofoba perdendo, come è sua abitudine, un’altra buona occasione per tacere.
Questo becero populismo buttato nel mare magnum di internet senza alcuna logica è sbagliato sotto ogni punto di vista. Innanzitutto ‘la prima violenza sulle donne’ non significa nulla: esiste una prima violenza e una seconda violenza? Esiste una gerarchia di violenza sulle donne basata sulla nazionalità?
Secondo? Viviamo in Italia, nel paese dove ogni 72 ore una donna è uccisa da mariti, partner, compagni e nella maggioranza dei casi i colpevoli sono italiani. Viviamo nel paese in cui i due stupratori di Casapound di Viterbo sono stati condannati con una pensa lievissima, perché – come ha scritto Fiorella Mannoia – in Italia lo stupro è ancora un delitto contro la morale, e non contro la persona.
Le discriminazioni islamiche contro le donne sono cosa nota. Ma dimenticare che le frange più estremiste del cristianesimo si battono per levare alla donna diritti fondamentali di un paese civile come l’aborto, dimenticare che certa politica in Italia continua a riferirsi alle donne come ‘angeli del focolare’ è sintomo di un’ipocrisia tipica dell’estrema destra.
E anche in questo caso Fiorella Mannoia ha commentato il tweet di Daniela Santanché con un laconico “Niente, nun je la fanno”.
Niente, nun je la fanno. https://t.co/UJHP9shjqn
— fiorella mannoia (@FiorellaMannoia) November 26, 2019