L'elemosiniere del Papa riapre i contatori in uno stabile occupato senza corrente
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L'elemosiniere del Papa riapre i contatori in uno stabile occupato senza corrente

In un palazzo in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma vivono quattrocento persone tra cui numerosi bambini. Il cardinale Konrad Krajewski ha scelto la disobbedienza civile

Papa Francesco e il cardinale Konrad Krajewski
Papa Francesco e il cardinale Konrad Krajewski
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12 Maggio 2019 - 12.11


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Un bellissimo gesto di una Chiesa che mai, come adesso, mostra nel concreto di stare vicino agli ultimi: è’ arrivato in un palazzo occupato al centro di Roma, ha visto lo stato di difficoltà per tante persone prive della luce da giorni e ha riallacciato la corrente elettrica che era stata staccata dall’azienda per morosità.

Tutto per l’azione del cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, di ritorno da Lesbo dove ha portato la solidarietà di Papa Francesco ai profughi presenti nell’isola greca.
Il porporato “è stato informato di una grave situazione in uno stabile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma in cui si trovavano oltre quattrocento persone, tra cui numerosi bambini – hanno spiegato fonti vaticane vicine all’Elemosineria Pontificia – Come elemosiniere, ha sentito il dovere di compiere un gesto umanitario, provvedendo personalmente a riattivare la corrente elettrica all’edificio”, che non è di proprietà del Vaticano.
Questo gesto, sottolineano ancora le fonti vaticane, “è stato compiuto dal cardinale Krajewski nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d’ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie”.

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La storia del palazzo occupato

Qui vivono 420 persone (tra cui 98 minorenni) e ci sono 25 realtà culturali. Ma non sarà certo il buio a fermarci, questo è un appello alla città di Roma”, aveva affermato gli attivisti di Spin Time Labs, incitando alla partecipazione “con torce e ogni fonte di luce possibile ad una serata a sostegno di chi si fa strada tra il buio creato da chi alimenta odio, razzismo e disparità”.
Lo stabile ex sede dell’Inpdap è stato occupato il 12 ottobre 2013 dal movimento “Action” a scopo abitativo. Oggi all’interno si trovano un’osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove e “un punto di approdo, aperto a tutti e attento ai giovani, agli ultimi e ai più bisognosi”.
Secondo gli occupanti, il Campidoglio non salderà le bollette della luce arretrate dovute dagli occupanti della palazzina, dopo che, nei giorni scorsi, la società di fornitura di energia, Hera, ha staccato la corrente per morosità. Sembra che il debito accumulato dal 2013 sia di oltre 300mila euro.

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