"Stai ferma se no ti ammazzo": l'orribile ricostruzione dello stupro compiuto dai fascisti di Casapound
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"Stai ferma se no ti ammazzo": l'orribile ricostruzione dello stupro compiuto dai fascisti di Casapound

Nelle dieci pagine del dispositivo il giudice parla di «reiterati abusi sessuali» compiuti da entrambi, «in modo beffardo e sprezzante». I legali di Chiricozzi e Licci minimizzano

Francesco Chiricozzi 
Francesco Chiricozzi 
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30 Aprile 2019 - 11.00


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«Dai, non fare così, divertiamoci un po’…». Ma invece di divertirsi è iniziato l’incubo. Lo stupro di una donna a Viterbo, la notte del 12 aprile, è riassunto in dieci pagine di atrocità.
Si legge questo nel pezzo firmato da Stefania Moretti sul Corriere.it. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ripercorre il contenuto dei video, girati dagli indagati Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci, militanti di CasaPound, ora espulsi dal movimento. Diciannove anni il primo, consigliere comunale a Vallerano, 21 il secondo.
Tre filmati più alcune foto, trovate nei loro cellulari, a raccontare la notte brava al pub «Old Manners», ritrovo dei neofascisti viterbesi, gestito a turno dai militanti. La notte del 12 aprile Licci e Chiricozzi avevano le chiavi. La 36enne che li ha denunciati non li aveva mai visti prima. Si incontrano per caso in un locale. Due chiacchiere, una birra, poi l’invito a seguirli per bere gratis in un pub di loro proprietà. Non le dicono quanti anni hanno; lei pensa siano coetanei. Alla squadra mobile di Gianfabrizio Moschini e alla Digos di Fabio Zampaglione descrive due soggetti sui 35-37 anni. «Divertiamoci un po’…»: più un imperativo che un’esortazione. Perché quando la ragazza si ribella riceve un pugno all’occhio sinistro.

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