Sassuolo, un liceo rifiuta l'iscrizione di un ragazzo disabile: è polemica
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Sassuolo, un liceo rifiuta l'iscrizione di un ragazzo disabile: è polemica

A raccontare la storia è il consigliere regionale Gianluca Sassi: "'integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce un punto di forza della scuola italiana"

Liceo Formiggini di Sassuolo
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19 Febbraio 2019 - 16.25


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È polemica a Sassuolo, in provincia di Modena, dove il liceo Formiggini ha rifiutato l’iscrizione di un ragazzo con disabilità. La storia è stata riportata dal consigliere regionale Gianluca Sassi, che spiega che “dietro il no, motivato dal dirigente scolastico Mario Di Carlo ai genitori”, ci sarebbe “una circolare ministeriale dello scorso novembre che recita così: ‘Le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, definito in base alle risorse di organico, al numero e alla capienza delle aule. È compito del dirigente scolastico individuare il numero massimo di iscrizioni che potranno essere accolte”.
“L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisce un punto di forza della scuola italiana, una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale – ricorda Sassi -.
“La legge prevede che tutti gli alunni con disabilità hanno diritto di frequentare le scuole di ogni ordine e grado. Una scuola non può rifiutare l’iscrizione e se lo fa commette un illecito penale per il quale può essere condannata per discriminazione”.
“Una sentenza della Corte Costituzionale (n. 215 del 3 giugno 1987) – argomenta – ha assicurato la frequenza agli alunni con disabilità, indipendentemente dalla tipologia e dalla gravità del deficit, perché tale frequenza è ‘un essenziale fattore di recupero e di superamento dell’emarginazione'”.
“Interpello la Giunta – conclude – per chiedere se non ritenga opportuno interfacciarsi con l’Ufficio scolastico regionale e trovare una soluzione immediata, con iscrizione dell’alunno, e per avere dati sull’estensione del fenomeno”.

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