La Toscana riparte dalle leggi razziali coloniali del 1937, che precedettero di un anno le leggi antisemite del 1938, per raccontare le deportazioni e gli orrori dei campi di sterminio nazisti. L’ottantesimo anniversario di quelle leggi, che punivano con la “reclusione da uno a cinque anni i cittadini italiani che tenessero relazione d’indole coniugale con persona suddita dell’Africa orientale italiana” – un anniversario dimenticato un po’ in tutta Italia – sarà uno infatti dei fili rossi del Giorno della Memoria che sarà vissuto con quasi ottomila studenti delle scuole superiori di tutta la regione il 26 gennaio 2018 al Mandela Forum di Firenze. Il 26 e non il 27, che questa volta cade di sabato.
I primi ragazzi arriveranno al Mandela Forum di Firenze alle 8.40. Ad accoglierli sarà Enrico Fink e la sua orchestra multietnica, con musiche klezmer. Interverrà con un video saluto lo scrittore Saviano. Sarà poi la volta dei testimoni e sopravvissuti, intervistati dal conduttore e giornalista Massimo Bernardini. Al suo fianco ci saranno due storici, Giovanni Gozzini e Nicola Labanca, e naturalmente Ugo Caffaz.
Tra i testimoni la prima a salire sul palco sarà Vera Vigevani Jarach, poi tutti gli altri. Nove storie, in sei fisicamente presenti, e quattro diversi temi e prospettive: la persecuzione di chi non è stato deportato ma ha subito le leggi antiebraiche, la deportazione politica di chi ha scelto la Resistenza e la lotta al nazifascimo, quella dei soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 scelsero di non arruolarsi con la Repubblica di Salò – i primi ad essere arrestati – e infine la deportazione ‘razziale’, degli ebrei ma non solo loro. Con Vera Vigevani Jarach appunto e Aldo Zargani, nuovo al bagno di studenti del Mandela Forum di Firenze, con Antonio Ceseri, scomparso da qualche settimana e di cui sarà riproposta un’intervista, e Vera Michelin Salomon, con Marcello Martini (anche lui presente in video, impossibilitato a venire), con Kitty Braun e Andra Bucci. Mancherà la sorella, Tatiana, per improvvisi impegni familiari. L’ottava storia sarà quella di Igiaba Scego, italiana di origini somale, nata a Roma nel 1974 da genitori che hanno subito in Africa il razzismo coloniale fascista. Interverranno anche Aned e Anpi, l’associazione degli ex deportati e dei partigiani, con un appello comune.
Ma non ci saranno solo le parole. Durante la mattinata, fino alle 13, ci sarà spazio per la musica, con una ninna nanna composta nel ghetto di Terezin e suonata con gli strumenti dell’epoca. Sempre in musica e col canto sarà raccontata la resistenza etiope contro l’occupazione fascista, frutto della ricerca condotta dalla scrittrice Gabriella Ghermandi, che nel paese africano è nata nel 1965, mamma etiope e padre bolognese. Il suo sarà un meticciato di storie di zone diverse del mondo ma anche tra strumenti moderni ed antichissimi. E’ attesa anche Katharina von Schnurbein, coordinatrice della Commissione europea per la lotta all’antisemitismo. Il Quirinale ha concesso al meeting degli studenti toscani del Giorno della Memoria la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica italiana.