Alpette è un piccolo centro del torinese sopra Cuorgnè, un fortino partigiano. Ad Alpette ignoti vandali (tali sono, vandali) hanno divelto di notte la targa che il Comune aveva fatto installare all’ingresso dell’Ecomuseo del Rame, Lavoro e Resistenza. La targa, che riporta una frase di Piero Calamandrei, è stata recuperata dal sindaco del paese, Silvio Varetto. “E’ stata rotta da qualche vandalo che sicuramente non si rende conto di cosa ha fatto – denuncia il primo cittadino – vale la pena meditare su quanta ignoranza c’è in giro…”.
La targa sarà rimessa in sesto nei prossimi giorni e, al più presto, tornerà al suo posto.
La gestione dell’ecomuseo, che racconta la storia dei “magnin”, i calderai e i ramai che, un tempo, popolavano il paese, nel 2014 è stata affidata dal Comune all’Anpi per certificare, anche dal punto di vista storico, il legame tra quei lavoratori e la Resistenza. “Ad Alpette la coscienza politica e la volontà di riscatto dalla dittatura fascista iniziò a formarsi in primo luogo tra gli operai delle ‘bôite dei magnin’ – spiegano dall’associazione partigiani – grazie all’insegnamento dell’operaio alpettese Battista Goglio, il comandante ‘Titala’, eroe della battaglia di Ceresole Reale”, combattuta nell’estate del 1944 tra le forze ribelli e i tedeschi. Ad Alpette, che oggi conta 270 abitanti, nacque inoltre la 77/esima Brigata Garibaldi che combattè a lungo sui monti del Canavese. L’Anpi ha presentato denuncia contro ignoti ai carabinieri. Un luogo di storia, di memoria da preservare.