Genova, il delegato del sindaco depone una corona ai morti fascisti di Salò
Top

Genova, il delegato del sindaco depone una corona ai morti fascisti di Salò

Il capoluogo ligure, medaglia d'oro alla Resistenza, ricorda i caduti della Repubblica Sociale italiana. E si scatena la polemico contro il consigliere Gambino, di Fratelli d'italia

Il consigliere Gambino, delegato del sindaco di Genova, davanti alla lapide dei caduti d Salò
Il consigliere Gambino, delegato del sindaco di Genova, davanti alla lapide dei caduti d Salò
Preroll

globalist Modifica articolo

6 Novembre 2017 - 17.55


ATF

Forse avrebbe altri problemi il comune di Genova, altri attestati da certificare. Forse i rappresentanti del municipio potrebbe andare a portare solidarietà agli operai dell’Ilva. Forse. Nelle ipotesi. Nella realtà il delegato del sindaco Sergio Gambino con fascia tricolore (quindi in veste perfettamente ufficiale) omaggia i morti di Salò e della Repubblica Sociale: una delegazione di Fratelli d’Italia si è  infatti recata a Staglieno e ha deposto una corona di fiori ai caduti della Rsi; nell’occasione – visto che c’erano – è stato portato anche un fiore sulla tomba del partigiano Ferruccio “Maurizio” Parri.  Il fiore del partigiano, probabilmente
Il sindaco di centrodestra Marco Bucci aveva delegato a rappresentarlo Sergio Gambino, consigliere con delega alla Protezione civile, esponente di Fratelli d’Italia, la formazione guidata da Giorgia Meloni. «È il momento di andare oltre quegli anni di guerra civile — ha detto Gambino — in cui morirono persone che credevano di combattere ognuno dalla parte giusta. Dopo anni di odio è ora di dare segnali di distensione».

Leggi anche:  A Bologna i fascisti in centro su ordine di Roma ma la 'resistenza civile' dei cittadini ha prevalso

Gambino ha detto: «È la prima volta nella Storia della nostra città che l’amministrazione comunale è presente all’annuale commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. È un atto di rispetto che non è eccessivo definire storico, perché, è il mio augurio, è il nostro augurio, dice la parola fine ad un’antistorica discriminazione, parlando il linguaggio di una reale pacificazione nazionale di fronte ai caduti della Rsi, ai quali per lunghissimo tempo ogni riconoscimento fu negato».
Domanda: ma è così che si pacifica la memoria?

Native

Articoli correlati