Delitto di Garlasco, niente revisione del processo: Stasi resta in carcere
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Delitto di Garlasco, niente revisione del processo: Stasi resta in carcere

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso straordinario presentato da Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi.

Alberto Stasi
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28 Giugno 2017 - 08.14


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Alberto Stasi resta in carecere. Per lui non ci sarà un processo di appello ter. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso straordinario presentato da Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. I giudici della prima sezione della Suprema Corte hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Roberto Aniello e della parte civile, i difensori Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, e hanno ritenuto inammissibile la richiesta in cui si chiedeva di rivedere la sentenza di condanna a causa di una ‘svista’ da parte della Cassazione che non si sarebbe accorta che nell’appello bis non sono stati risentiti 19 tra testimoni, consulenti e periti.

Nel ricorso, firmato da Stasi e dal difensore Angelo Giarda, si chiedeva la revoca della sentenza definitiva e di “rilevare l’errore di fatto”, in assenza del quale “l’esito decisorio sarebbe stato differente”. Un errore che ha leso, a dire della difesa, “il diritto ad un equo processo” sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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Testimonianze che vanno dal Dna della vittima trovato sui pedali della bicicletta dell’imputato, all’impronta di Stasi sul dispenser del portasapone; dal risultato della perizia sulle tracce di sangue sul pavimento di casa Poggi fino al racconto di chi varcò per primo la soglia della villetta di via Pascoli.

Una richiesta a cui sia il pg che i legali di parte civile si sono opposti sottolineando l’inammissibilità del ricorso perché la sentenza definitiva si fonda sui nuovi dati probatori “acquisiti nel relativo giudizio, attraverso i quali i numerosi indizi già esistenti hanno finito per integrarsi, senza alcuna rivalutazione dell’attendibilità delle testimonianze già acquisite in fase di indagine o in primo grado”.

In sostanza dei 19 testimoni chiesti dalla difesa, sostiene l’accusa, nessuno risulta determinante per la sentenza che ha condannato in via definitiva Stasi; dunque nessuna violazione c’è stata nei suoi confronti.

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