#Minniti: l’uomo ucciso a Milano nel conflitto a fuoco con la polizia è Anis Amri il terrorista di Berlino #BerlinoAttack #Breitscheidplatz pic.twitter.com/rwlE0bgtaU
— Polizia di Stato (@poliziadistato) 23 dicembre 2016
Secondo quanto riferito dalla polizia, la volante si sarebbe fermata di fronte alla stazione di Sesto San Giovanni per un normale controllo. L’uomo, che era a piedi, alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e avrebbe sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla. A quel punto gli agenti avrebbero risposto al fuoco, sparando all’uomo, poi deceduto. L’uomo, che con sé non aveva documenti, e non è ancora stato identificato. Il poliziotto colpito alla spalla è stato portato all’ospedale di Monza: le sue condizioni non sarebbero gravi.
Il punto del questore: Amri una scheggia impazzita. Se Anis Amri “fosse stato libero di portare avanti la sua latitanza, non sarebbe escluso che avrebbero potuto provocare altri delitti simili, con molti morti”. Lo ha detto il questore di Milano, Antonio De Iesu sottolineando che era “una scheggia impazzita”. Anis Amri ha detto ai poliziotti che lo stavano controllando “poliziotti bastardi”, non avrebbe invece urlato “Allah Akbar”. Lo precisano il questore di Milano e gli inquirenti in conferenza stampa che ha continuato: “E’ arrivato dalla Francia in treno, e’ transitato da Torino, e’ arrivato a Milano all’una di notte. E al momento del controllo, a Sesto, Anis Amri era solo”. Anis Amri ha estratto una pistola “già carica con una mossa repentina”. L’arma era “carica e pronta all’uso”.
Questore: in stazione all’una. Non posso dire di più. Anis Amri è “sicuramente passato dalla Francia e all’una era in stazione centrale a Milano”. Così il questore di Milano che però precisa di non poter dire molto altro. “L’unica cosa che posso dirvi è questa, altri dettagli sono materia di indagine”.
Antonio de Iesu, non ha voluto entrare nel dettaglio circa la presenza di Anis Amri a Sesto San Giovanni. Alla domanda su cosa l’uomo facesse a Sesto ha risposto: “Data la delicatezza dell’operazione, ci sono aspetti investigativi che non possiamo condividere. A Sesto era da solo. Non ci sono altre persone sfuggite ai controlli la notte scorsa”.
“È stato fermato perché ritenuto degno di controllo. Tutto nasce da un controllo di due bravi agenti. Lui al momento del controllo non aveva manifestato niente di sospetto. I due agenti hanno deciso di identificare un soggetto perché ritenevano il controllo degno di essere eseguito. tutto nasce da li'”. Durante la conferenza il questore ha precisato che gli sono stati chiesti i documenti e lui ha risposto in italiano si alimentano così i dubbi sul perchè fosse proprio a sesto San Giovanni. C’è una cellula jihadista in Italia?
La pistola. Gli investigatori lavorano ora per capire se la pistola di cui l’uomo era in possesso fosse la medesima utilizzata per rubare il camion con cui è stato compiuto l’attentato di Berlino, e poi uccidere l’autista del tir. Sulla sparatoria di Sesto San Giovanni – per competenza territoriale – ha acquisito notizia di reato la procura di Monza, che nelle prossime ore però trasferirà gli atti a chi indaga sulla presenza in Italia del terrorista, prima e dopo l’attentato di Berlino.
Arrivato dalla Francia. Nello zaino di Amri è stato trovato un biglietto del treno dalla Francia. Dagli accertamenti dalla Digos, coordinati dal capo dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, è emerso che Anis Amri è arrivato in Italia da Chambery, in Savoia, da dove poi ha raggiunto Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno al’una di notte. Infine dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto san Giovanni dove attorno alle 3 ha incrociato i due agenti della volante.
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Minniti: grazie alla polizia. “L’Italia deve essere orgogliosa di tutto il dispositivo di sicurezza”, ha detto il ministro Minniti in conferenza stampa, confermando che la persona uccisa si tratta “senza ombra di dubbio di Amri”. “Ringrazio gli agenti che lo hanno fermato, permettendo agli italiani di passare un Natale sereno. Adeguare un livello adeguato di sicurezza non è semplice, ma noi ci stiamo riuscendo”, ha concluso. Il ministro ha poi comunicato di aver fatto visita all’agente ferito in ospedale.
In Italia esiste un “livello elevato di controllo del territorio che consente, nell’imminenza dell’ingresso nel nostro paese di un uomo in fuga perchè ricercato, di identificarlo e neutralizzarlo. Questo vuol dire che c’è un sistema di sicurezza che funziona”.
Le reazioni in Germania: è finita
“Amri ucciso, la conferma del ministro degli Interni italiano”; ma anche solo, a tutta pagina, “e’ finita”: la notizia dell’uccisione a Sesto San Giovanni del tunisino sospettato dell’attentato di Berlino e’ l’apertura di tutte le edizioni online dei quotidiani e dei tabloid tedeschi. “Es ist verbei!”, “e’ finita”, e’ il titolo scelto dalla ‘Bild’, uno dei tabloid piu’ diffusi di Germania. Nella foto a tutta pagina si vede il corpo senza vita di Anis Amri, 24 anni, colpito a morte dopo aver aperto il fuoco contro i poliziotti che lo avevano fermato alle porte di Milano La notizia e’ anche l’apertura della ‘Frankfurter Allgemeine’, uno dei quotidiani piu’ autorevoli: “Amri ucciso, la conferma del ministro degli Interni italiano”. Il settimanale ‘Spiegel’ apre invece con una foto a tutta pagina di Marco Minniti, che questa mattina ha dato l’annuncio in conferenza stampa.
Le immagini dopo la sparatoria.
Ieri il ministro dell’Interno tedesco, Thomas De Mazier, ha confermato ufficialmente che le sue impronte digitali sono state ritrovate sul tir utilizzato per uccidere dodici persone e ferirne 48. Il fratello, Abdelkader Amri, lo ha invitato a costituirsi. E ha ipotizzato che si sia “radicalizzato nel carcere italiano dove era stato rinchiuso dopo aver lasciato la Tunisia”.
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