Papa: imploro la fine delle violenze sugli innocenti in Siria e Iraq

Francesco ha incontrato il capo della chiesa assira e lancia l'ennesimo appello contro la guerra.

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17 Novembre 2016 - 11.12


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“Imploro la fine” della “violenza orribile di sanguinosi conflitti, che nessuna motivazione può giustificare o permettere”, in Iraq e Siria, contro “centinaia di migliaia di bambini innocenti, di donne e di uomini”, quando “nostri fratelli e sorelle cristiani, nonché diverse minoranze religiose e etniche sono purtroppo abituati a soffrire quotidianamente grandi prove”. Lo ha detto il Papa al patriarca Gewargis III della Chiesa assira.

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La condizione di iracheni e siriani innocenti è stata evocata anche dal patriarca Gewargis III della Chiesa assira d’Oriente, che ha anche suggerito la “convocazione di un raduno internazionale di tutti i patriarchi e primati delle Chiese apostoliche al fine di studiare e di capire come e perché – ha detto – simili e indicibili tragedie stiano avvenendo nella regione mediorientale. Gli abitanti di questi paesi d’Oriente – ha osservato il patriarca – ripongono in noi la speranza di poter essere salvati dalle loro orribili condizioni nella convinzione che qualsiasi cosa chiediamo sarà ottenuta”.
“Come tutti ben sappiamo – ha rimarcato il capo della Chiesa assira d’Oriente – la condizione delle nostre antiche comunità cristiane in Iraq ha provocato il trasferimento forzato di migliaia di persone; donne, bambini e anziani hanno lasciato le loro case e continuano a spostarsi incessantemente, di città in città, di villaggio in villaggio, in cerca di una vita sicura”.

Mar Gewargis “a nome di migliaia di cristiani sfollati in Iraq e Siria e a nome di coloro che hanno gia’ pagato con la propria vita e il proprio sangue la propria fede, ha implorato il Papa di pregare affinche’ venga posta fine al dolore e alle persecuzioni. “Noi – ha detto il patriarca – dovremmo incrementare la nostra fraterna collaborazione attraverso discussioni serie e studi rigorosi che mettano in luce l’attuale dilemma dei cristiani in Medio Oriente”. Gewargis III ha anche invocato la convocazione di un raduno internazionale di tutti i patriarchi e primati delle Chiese apostoliche al fine di studiare e capire come e perche’ simili indicibili tragedie stiano avvenendo nella regione mediorientale.
Francesco da parte sua ha sottolineato che “come cristiani d’Occidente” dobbiamo “apprendere la forza della fede dal vero insegnamento dei martiri “. “Siamo grati – ha affermato – a questi nostri fratelli, che ci sospingono a seguire la via di Gesu’ per sconfiggere l’inimicizia. Come il sangue di Cristo, sparso per amore, ha riconciliato e unito, facendo germogliare la Chiesa, cosi’ il sangue dei martiri e’ il seme dell’unita’ dei Cristiani e ci chiama a spenderci con carita’ fraterna per la comunione”. “La nostra vicinanza – ha aggiunto il Pontefice – sia lievito di unita’. Siamo chiamati a operare insieme nella carita’ dovunque possibile, cosi’ che l’amore indichi la via della comunione”. Francesco si e’ soffermato inoltre sulla consistenza dei “legami fraterni” tra la Chiesa Assira d’Oriente e la Chiesa Cattolica, rapporti che – ha detto – sono stati stretti dal Catholicos-Patriarca Mar Dinkha IV, venuto in Vaticano nel 2014, e che firmo’ con San Giovanni Paolo II
la Dichiarazione cristologica comune nel 1994. Alla luce di questi passi importanti, il Papa ha affermato di voler proseguire la via dell’unita’ e del dialogo fecondo che “nell’avvenire potra’ contribuire – ha concluso – a ricomporre la piena armonia, a beneficio delle nostre comunita’, che spesso gia’ vivono a stretto contatto”

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