Razzi contro Parisi: mi offende, andrebbe rieducato in Corea del Nord

Ancora non diventa leader ufficiale di Forza Italia, il manager scelto da Berlusconi già bisticcia col più simpatico dei senatori.

Parisi e Razzi
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20 Settembre 2016 - 17.36


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Comincia malissimo Stefano Parisi che ha bruciato già le tappe della leadership forzista. È passato direttamente al litigio. Botta e risposta tra l’ex aspirante sindaco di Milano e il senatore di Forza Italia Antonio Razzi, accusato dal primo di aver partecipato senza essere invitato alla convention di Milano dello scorso fine settimana.

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Il bello è che Forza Italia  prende le distanze da Stefano Parisi.

Il fatto. “Razzi mi sembra sia un esibizionista privo di qualunque contenuto, la convention era un posto aperto e poteva venire chiunque, Razzi poteva andare da qualunque parte”, dice Parisi rispondendo alle domande di Rainews24, “li’ aveva intorno a se’ tutte le telecamere pronte a raccogliere tutte le sciocchezze che avrebbe potuto dire. Non l’ho mai invitato, non so chi sia”.
La replica del senatore azzurro arriva a stretto giro con un comunicato stampa con cui bolla come “totalmente falsa” l’affermazione dell’ex candidato sindaco di Milano e attacca: “Ho ricevuto l’invito il 15 settembre con una mail delle 12,57 dello stesso Parisi. Mi meraviglio che una persona seria come lui scantoni abbandonandosi a commenti poco gratificanti sulla mia persona, che niente hanno a che fare con le caratteristiche di un leader. Mi dispiace dirlo, ma Parisi mostra un limite che potrebbe manifestarsi facilmente in questioni di gran lunga più importanti di questa bugia-pettegolezzo. Personalmente, se non vengo invitato ufficialmente non mi presento da nessuna parte, di questo Parisi e compagnia bella siano certi”, aggiunge prima della stoccata finale.
“Se Parisi non ha il polso della sua segreteria e commette errori del genere, accompagnati da ingiustificati isterismi, non si vede come possa guidare il partito. Mi dispiace, e’ una brava persona ma comincia malissimo il compito affidatogli da Berlusconi”.
Razzi mostra anche le prove, e al comunicato ‘allega’ la mail inviatagli da Parisi: “Ti ringrazio per aver deciso di partecipare a ‘Energie per l’Italia’”, si legge nella missiva, “spero che venerdì e sabato deciderai di metterti in gioco anche tu. La posta in gioco è altissima: il futuro dell’Italia”.

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Non ho bisogno di esibirmi e a Milano mi ha invitato lui. 

E rincara la dose: “Non ho bisogno della sua convention per esibirmi. E’ lui che mi ha invitato, mi volevano mettere in prima fila e io mi sono accomodato dietro, figuriamoci…”. “Mi rammarico -prosegue- per essermi fatto ore di treno, che mi hanno fatto male alla schiena. Penso che debba chiedermi centomila volte scusa. Sarà pure un bravo manager ma di politica non capisce… niente. Se vuoi fare il leader, devi capire come si trattano le persone”.

È un fiume in piena, il senatore azzurro abruzzese, al punto che replica così alla provocazione se ‘Mr. Chili’ debba essere mandato nella Corea del nord, di cui Razzi è un aficionado, per una ‘rieducazione’: “Sarebbe un’idea… Io lì ho imparato tante cose e sanno cos’è il rispetto… E io rispetto tutti, ma pretendo di essere rispettato!”

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Le reazioni. I senatori di Forza Italia a questo punto fanno la voce grossa e scendono in campo a difesa di Razzi. Il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, giudica “ineleganti e fuori luogo le parole utilizzate da Parisi su Razzi, che ha ritenuto al pari di altri di assistere alla sua convention a Milano. Ad Antonio va da sempre la mia stima – dice – per la sua storia personale fatta di lavoro, sacrifici e valori, e oggi la mia solidarietà, anche in quanto capogruppo, per l’inutile attacco di cui è stato oggetto. Mi auguro si sia trattato solo di un equivoco e che sia presto chiarito”. Segue a stretto giro Altero Matteoli, anche lui in Senato: “Una caduta di stile ingiustificata di Parisi contro Razzi, che non si addice alla buona educazione. A maggior ragione che si tratta di un collega, senatore di Forza Italia, che assisteva come altri a una riunione politica pubblica”.

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