E’ bastato una semplice ispezione di Asl e Carabinieri per scatenare una vera e propria guerriglia. Quasi 500 cinesi da una parte, un centinaio di forze dell’ordine dall’altra. I poliziotti coi manganelli, i cinesi con le pietre. Scene da dimenticare, ieri sera all’Osmannoro, frazione di Sesto Fiorentino (Firenze) dove esiste un agglomerato di fabbriche ci lavoratori cinesi, egli ultimi due anni nel mirino delle ispezioni. Fabbriche dormitorio, alcune, ma soltanto una piccola parte. La maggior parte sono fabbriche normali, dove però negli ultimi due anni sono state effettuate numerose multe per inadempimenti o irregolarità.
Irregolarità cinesi, ma quello che è successo ieri, raccontano dalla comunità asiatica che vive all’Osmannoro, è il frutto di “una rabbia per i controlli eccessivi, non siamo criminali, ma persone normali che lavorano per 15 ore al giorno”. Tutto, ieri sera, ha avuto origine da un fermo di un uomo dentro una fabbrica, che ha tentato di fuggire e si è acceso un parapiglia coi carabinieri. La fabbrica è stata fatta evacuare, l’anziano signore e un carabiniere sono finiti all’ospedale. Poi, fuori dalla fabbrica, quasi 500 cinesi della zona sono arrivati per vedere quello che succedeva. Ed è nata una vera guerriglia urbana, con provocazioni da parte dei cinesi e risposte con cariche da parte dei poliziotti. Alcuni cinesi sono finiti all’ospedale. Donne in lacrime e terrorizzate dal clima di guerra.
Niente del genere era mai successo in questa zona, relativamente tranquilla e diversa rispetto agli agglomerati di fabbriche di Prato, dove c’è meno integrazione. Sul posto anche Angelo Hu, consigliere nella limitrofa Campi Bisenzio, di origini cinesi, che ha detto: “Lo Stato all’Osmannoro ha fallito, anni di dialogo buttati al cesso, siamo tutti sconfitti. Ho visto troppa violenza della polizia, proprio di fronte a donne e bambini. Serve più cultura e meno repressione”.
I parapiglia sono continuate fino a notte inoltrata. Sul posto è arrivato il viceconsole cinese e un carabiniere di origini cinese che ha tentato di calmare la folla. I cinesi hanno esposto cartelli con scritto ‘Basta violenza’. “Siamo stanchi di essere trattati come criminali – hanno spiegato dalla comunità cinese – Troppi controlli, ispezioni aggressive quasi quotidiane, siamo esseri umani”. Sul posto, sul far della sera, è arrivato anche una grande bandiera cinese, accolta da un lungo applauso dai tantissimi cinesi presenti.