Sono potenti le foto di Jan Sibik che ha raccolto 25 anni di orrore. Bambini angolani ricoperti di sangue che vengono gettati in fosse comuni, o distesi su un tavolo con una mano pietosa che chiude loro gli occhi; una donna ruandese malata di colera che con gli occhi sbarrati viene imboccata di un po’ d’acqua; malati di Aids su un letto in Ucraina; cadaveri abbandonati nelle strade in Liberia e cadaveri fra le rovine dello tsunami di Santo Stefano 2004 nello Sri Lanka, fino ai volti pieni di paura e speranza dei migranti siriani sbarcati a Lesbo.
Sono alcune delle scioccanti immagini scattate in oltre 25 anni dal fotoreporter ceco Jan Sibik, che compongono la mostra “The Devil Within Us” (Il diavolo che è in noi), presentata a Roma alla Pontificia Università del Sacro Cuore, in collaborazione con l’Ordine Sovrano di Malta e la Repubblica Ceca. La mostra presenta una selezione di 53 fotografie che percorrono un ampio ventaglio di orrori ma anche di emozioni, che raccontano le immani tragedie umanitarie ai margini della storia, dagli anni Novanta ai nostri giorni.