Il vescovo vicino agli operai in protesta: mi manda il Papa
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Il vescovo vicino agli operai in protesta: mi manda il Papa

Incontro con i lavoratori dei blocchi di Ponte Olivo: il religioso ha portato una parola di conforto dopo 13 giorni di lotta per la ripresa produttiva della raffineria

Il vescovo vicino agli operai in protesta: mi manda il Papa
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31 Gennaio 2016 - 17.12


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Mi manda il Papa, “Sono qui su mandato di Papa Francesco. Gli ho parlato più volte di voi e mi ha sempre detto: stai vicino a loro”. Queste le parole del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, all’incontro con i lavoratori del Petrolchimico di Gela che attuano un blocco stradale a Ponte Olivo, sulla Gela-Catania, nei pressi della sede direzionale di Enimed.

Il vescovo ha portato luna parola di conforto agli operai e alle loro famiglie dopo tredici giorni di proteste per la ripresa produttiva della raffineria e per il lavoro. “Vi assicuro che nelle quattro volte che ho incontrato Papa Francesco – ha detto – gli ho sempre parlato dei problemi dei lavoratori di Gela, che non sono di oggi ma che si trascinano da tempo, e tutte le volte mi ha detto di stare vicino a voi”.

Monsignor Gisana ha esortato gli operai a resistere, dicendosi pronto a stare in trincea con loro. Il vescovo ha lamentato l’assenza dei sacerdoti. Una bacchettata ad un clero che ha definito “distratto, forse, da tanti impegni pastorali”.

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“Capisco la lentezza nelle risposte – ha detto monsignor Gisana – e le giustifico se si tratta di riflessione per la ricerca di una soluzione vera. Ma se questa è una lentezza di ordine burocratico, allora io sono il primo a sostenere la vostra lotta che diventa nostra, ad libitum, senza alcuna limitazione”. Poi ha parlato del rischio che le cosche criminali possano infiltrarsi nel tessuto sociale durante questo lungo e diffuso malessere. “Per favore, non mettetevi nelle mani di questi criminali”, sono state le parole di Gisana ai gelesi ion lotta per il lavoro.

E ai lavoratori che lamentavano le condizioni di estrema indigenza in cui versano da mesi le loro famiglie, con il rischio che si debba andare a chiedere prestiti alle persone sbagliate, visto che le banche non ne danno, il vescovo ha avuto risposte categoriche. “Conosco le vostre difficoltà economiche – ha detto – e ho sentito dire che alcuni si sarebbero rivolti o rischiano di rivolgersi agli usurai: Non fatelo”.

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