Sull'Isis fascista e altre cose: ciao Sergio, non ti dimenticherò
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Sull'Isis fascista e altre cose: ciao Sergio, non ti dimenticherò

Ricordo l’ultima discussione con Sergio Finardi, era sul mio uso del termine terrorista per i jihadisti dell’Isis.Secondo Sergio non era sufficiente a definirli.

Sull'Isis fascista e altre cose: ciao Sergio, non ti dimenticherò
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4 Dicembre 2015 - 08.01


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di Giuliana Sgrena

Ricordo l’ultima discussione con Sergio, era sul mio uso del termine terrorista per i jihadisti dell’Isis.Secondo Sergio non era sufficiente a definirli. Allora tu come li definiresti? «Fascisti» mi rispose.

In effetti come non ritenerli fascisti, il mio unico problema era come far passare questa definizione,insolita per i jihadisti, in un articolo. Certo gli islamisti sono la destra dei paesi musulmani e l’estremismo fanatico e sanguinario dell’Isis non può che essere fascista, questo lo si dice nei paesi
arabi, ma in occidente dove l’islamofobia è diffusa è più difficile usare i termini appropriati.

Questo per dire che le discussioni fatte casualmente via skype o mail non erano mai banali e nemmeno pretestuose. Sergio era estremamente coerente e intransigente ma nello stesso tempo generoso e disponibile come solo chi aveva la sua onestà intellettuale sa e può esserlo. Aveva una grande ammirazione e amore per la sua compagna Giamila, tanto da sentirsi persino «inadeguato»
nei suoi confronti. E quali e quanti sono i maschi ad ammetterlo di fronte a una donna? Non che Giamila non lo meriti, intendiamoci.

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Questi momenti di confidenze più intime le avevamo condivise quando io e Pier eravamo stati ospiti di Giamila e Sergio a Chicago, durante una vacanza. Un bel ricordo, con due persone che allora non conoscevamo ancora bene ma era come se ci fossimo sempre frequentati. Ho voluto condividere (su Fb) una foto di Giamila: una spiaggia con due biciclette incrociate, forse era la spiaggia dove
eravamo stati insieme, forse no, ma penso sia una bella immagine del rapporto tra Sergio e Giamila.

Non ho molto da aggiungere a quello che ha già scritto Tommaso. Sergio non mancherà solo a noi come persone ma anche al manifesto per i suoi articoli dettagliati, informati erigorosi, un’eccezione
nel panorama giornalistico italiano.

il manifesto 4 dicembre 2015
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