Il Papa: la nostra fede è rivoluzionaria
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Il Papa: la nostra fede è rivoluzionaria

Bergoglio ha parlato della tragedia dello sfruttamento umano e si è appellato ai giovani: superate l'apatia. Lottate per un mondo giusto.

Il Papa: la nostra fede è rivoluzionaria
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10 Novembre 2015 - 12.50


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Il Papa è uscito dal Duomo di Firenze dopo l’intervento di saluto al Convegno ecclesiale italiano accolto da un boato di applausi. Salito sulla papamobile insieme all’arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori, è sceso dopo pochi metri per salutare un gruppo di fedeli davanti alla sede della Misericordia, l’antica confraternita fiorentina. Risalito poi a bordo si è diretto verso piazza Santissima Annunziata, sempre tra due ali di folla, dove incontrerà i malati nella basilica e pranzerà con i poveri alla mensa della Caritas.

Appello ai giovani. “Faccio appello soprattutto a voi, giovani”, ha detto il Papa, “superate l’apatia. Che nessuno disprezzi la vostra giovinezza”, “vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni”.

Si rivolge alla Chiesa italiana. “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà”. E’ il mandato del Papa al V convegno della Chiesa italiana.

Nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi”. “La riforma della Chiesa poi – e la Chiesa è semper reformanda – è aliena dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell’ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività”.

Basta con la Chiesa ossessionata dal potere. “Non dobbiamo essere ossessionati dal ‘potere’, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso”. Lo dice il Papa al convegno della Chiesa italiana.

Sono “un pellegrino di passaggio, poca cosa, ma almeno la volontà c’è”. Lo ha detto Papa Francesco nel suo discorso a Prato. Questo passaggio è stato sottolineato da un applauso dei 5 mila presenti in piazza Duomo per ascoltarlo. Fra loro anche molti immigrati. Circa il 20 per cento della popolazione pratese è straniera. “Ciao Papa Francesco” scritto in cinese: è quanto si legge su alcune bandierine che sventolano lungo il percorso compiuto dal pontefice.

Papa: lo sfruttamento nel lavoro è un cancro da combattere.


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