Mafia Capitale, Anac: appalti senza controlli
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Mafia Capitale, Anac: appalti senza controlli

Procedure d'appalto non trasparenti: la relazione dell'Autorità Nazionale Anticorruzione sugli ultimi 4 anni di gestione capitolina

Mafia Capitale, Anac: appalti senza controlli
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16 Settembre 2015 - 16.27


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Appalti non trasparenti e incontrollati. E’ questo il quadro dipinto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) dopo l’esame della gestione del Campidoglio tra il 2011 e il 2014. Il risultato del lavoro degli ispettori sulle due amministrazioni guidate da Giovanni Alemanno e Ignazio Marino – si legge sul Corriere della Sera – “ha reso di palese evidenza il massiccio e indiscriminato ricorso a procedura non a evidenza pubblica in grado di assorbire di fatto, in termini quantitativi, quasi il 90 per cento delle procedure espletate”. Il che corrispinde al 43% degli appalti affidati.

Ciò vuol dire che poco meno della metà dei lavori e dei servizi assegnati a Roma e pagati con denaro pubblico sono stati attribuiti attraverso trattative private, scegliendo di fatto i beneficiari. Gli ispettori osservano che il “generalizzato e indiscriminato” utilizzo delle procedure negoziate in alternativa alle gare pubbliche è “in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando spesso un’applicazione o elusione delle norme disinvolta e in alcuni casi addirittura spregiudicata”. “Ciò induce a ritenere – si legge nel report della struttura diretta da Raffaele Cantone – che la prassi rilevata abbia una genesi lontana nel tempo e rappresenti in molti casi più un lucido escamotage che ha orientato l’attività contrattuale degli uffici verso un percorso semplificato foriero, come confermato dai recenti fatti di cronaca, di distorsioni anche di carattere corruttivo piuttosto che dalle condizioni di straordinarieta’ che hanno caratterizzato l’attività politico-amministrativa di Roma Capitale negli ultimi anni”.

La denuncia dell’Anac riguarda anche il “sospetto di interessi corruttivi o criminali di altro genere dietro agli appalti a trattativa privata, confermato dalla constatazione di generalizzata carenza e omissione anche della verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure negoziate degli operatori economici invitati, offerenti e aggiudicatari”.

Cantone: non tutti gli appalti sono oggetto di corruzione. “Ci sono appalti che possono essere dati per legge anche senza gara, ma noi abbiamo verificato che molti sono stati assegnati senza gara anche se non c’erano quei presupposti”. Così il presidente dell’Anac Raffaele Cantone ha sintetizzato ai microfoni del gr1 Rai la relazione. Alla domanda se il sistema descritto nella relazione sia la base di Mafia Capitale, Cantone ha risposto: “Il sistema è praticamente in gran parte quello. Non tutti gli appalti irregolari sono necessariamente oggetto di corruzione, ma quel sistema di illegalità ha finito per favorire meccanismi corruttivi”.

Cantone ha poi detto che “con il passaggio alla giunta Marino c’è stata una riduzione del numero degli appalti, in percentuale le procedure negoziate (cioè quelle sena gara, ndr) sono rimaste particolarmente elevate, ma dal punto di vista del volume economico si sono notevolmente ridotte. Ora non spetta a noi valutare se questa relazione potrà aprire nuove indagini giudiziarie, anche sui sindaci. Certo noi abbiamo inviato la relazione alle Procure perché c’è un evidente collegamento alle indagini Mafia Capitale, dato che alcuni degli appalti riguardavano cooperative oggetto delle indagini Mafia Capitale”.

M5s: la relazione dell’Anac conferma le gravi responsabilità. Tornare al voto. Arriva anche il commento dei parlamentari e i consiglieri regionali e capitolini del M5s. “Il Comune di Roma, sia nella gestione di Alemanno che in quella di Marino, era a conoscenza di tutte le gravi irregolarità e anomalie negli affidamenti degli appalti senza gara concessi alle cooperative sociali, tra le quali quelle di Buzzi e Carminati. Lo ha affermato il Presidente dell’Anac Cantone in una missiva indirizzata al Procuratore Capo Pignatone. Dunque, tutti sapevano e nessuno si è opposto o ha invertito la tendenza tanto da fare del Comune di Roma il ‘porto franco’ degli appalti”.

“Mafia Capitale si rileva sempre più, dunque, un sistema politico-mafioso radicato a tutti i livelli. Un sistema che ha avuto origine dalle gravi omissioni poste in atto dai sindaci, prima Alemanno e poi Marino, che si sono succeduti negli anni, attraverso la concessione in favore di cooperative corrotte gestite da mafiosi di appalti diretti per quasi 3 miliardi di euro. Tutto ciò in totale spregio dei principi di concorrenza, in assenza dei presupposti normativi e di gare pubbliche. Alla luce di tutto ciò appare ancora più grave la decisione del Consiglio dei Ministri di optare per una scelta pilatesca come quella di affiancare all’attuale sindaco Marino il Prefetto Gabrielli. Per liberare il Comune di Roma dalla mafia bisogna ridare immediatamente parola ai cittadini romani, attraverso nuove elezioni”.

Gabrielli: la relazione di Cantone è simile alla nostra analisi. “Ho molto apprezzato la relazione che il presidente Cantone ci ha fatto pervenire. Su molte cose non si discosta dalla nostra analisi, questo vuol dire che avevamo centrato i punti critici. Ma al di là delle responsabilità e delle infiltrazioni criminali c’è il tema della macchina amministrativa e del rispetto delle regole e della legalità. Al di la’ degli scioglimenti uno degli aspetti più importanti su cui lavorare è verificare che le regole ci siano ma soprattutto che vengano rispettate”. Lo ha detto il prefetto di Roma, Franco Gabrielli a margine della ‘Giornata della legalità’ alla scuola di Polizia penitenziaria di Roma, rispondendo a chi gli chiedeva un comnento dell’indagine dell’Anac secondo cui l’87% degli appalti di Roma sarebbero assegnati senza gare pubbliche.

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