Anziano aggredito dai migranti. Notizia-bufala innesca la rivolta
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Anziano aggredito dai migranti. Notizia-bufala innesca la rivolta

Un centro per minori stranieri non accompagnati gestito dalla Comunità Progetto Sud a Lamezia assediato per ore in seguito a una presunta violenza, smentita dalla polizia.

Anziano aggredito dai migranti. Notizia-bufala innesca la rivolta
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12 Agosto 2015 - 16.50


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E’ il tardo pomeriggio di lunedì scorso, 10 agosto, quando si diffonde la notizia che un ottantenne è stato aggredito, derubato e violentato da tre immigrati africani, nel quartiere Capizzaglie alla periferia sud di Lamezia. Il quartiere è lo stesso dove per anni hanno dominato incontrastate le più potenti cosche ‘ndranghetiste attive sul territorio, recentemente sgominate dall’azione congiunta di magistrati e forze dell’ordine. Capizzaglie è anche il rione dove è stato confiscato uno stabile a tre piani ad una delle tante famiglie appartenenti alla criminalità organizzata. L’immobile è stato assegnato alla comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza, che l’ha trasformato in presidio di legalità e di diritti. “Pensieri e parole”, questo il nome dato alla casa confiscata, è oggi sede di diversi sodalizi impegnati nel sociale, tra cui anche la comunità per minori stranieri non accompagnati “Lunarossa”.

Nella giornata di ieri la notizia dell’anziano aggredito rimbalza sui media e sui social network. I movimenti di estrema destra presenti in città esecrano il fatto, lanciando attacchi contro gli immigrati e la politica di accoglienza e integrazione che ha contraddistinto la città di Lamezia negli ultimi anni. Ma sempre nella giornata di ieri, arriva la notizia che l’aggressione all’anziano è in realtà una bufala. Il locale commissariato fa sapere che da “accertamenti sanitari, l’assenza di segni di violenza sul corpo della presunta vittima, nonché di tracce sui vestiti, porterebbero gli investigatori a non escludere anche l’ipotesi di una simulazione”. Nella nota della polizia di Stato viene anche aggiunto che “le indagini in corso sono coordinate dall’autorità giudiziaria”.

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Ma nonostante l’azione investigativa delle forze dell’ordine abbia accertato la falsità della notizia, i familiari e gli abitanti del quartiere continuano a sostenere la versione dell’anziano. Dai proclami sui social si passa alla protesta davanti all’immobile confiscato gestito da don Panizza. La zona viene bloccata dai dimostranti fino a tarda sera. Obiettivo della manifestazione sono gli immigrati di Lunarossa ai quali vengono rivolti insulti e invettive pesanti.
Per tutti, i “colpevoli” dell’aggressione, sono i migranti accolti nella comunità gestita dalla Progetto Sud. I minori di Lunarossa, in pratica, vengono accusati e processati in base a una notizia dichiaratamente falsa. Lo stabile di “Pensieri e parole” viene assediato da una manifestazione razzista e xenofoba che dura fino a sera quando un gruppo di attivisti di Casapound improvvisa cori con unico refrain: “I centri d’accoglienza non li vogliamo. Sicurezza per i cittadini, i soldi degli immigrati ai lametini”.
Don Giacomo Panizza, rientrato stamattina da Brescia, ha espresso tutto il suo sconcerto per quanto accaduto. “Siamo al sonno della ragione, all’oscurantismo, allo squadrismo – ha commentato – i temi della vita, dei diritti, della legalità sono stati calpestati. Ieri con la manifestazione inscenata davanti a ‘Pensieri e parole’ la Convenzione di Ginevra è andata a farsi benedire. Sono stati offesi e umiliati non solo i ragazzi di Lunarossa ma tutti gli abitanti del quartiere. Comunque i manifestanti di ieri erano un gruppo sparuto, questa non è Lamezia”.

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Le altre reazioni. “I fatti del quartiere Capizzaglie sono il risultato di battaglie di odio e intolleranza su cui l’estrema destra lametina ha costruito il proprio consenso. Si cavalca l’onda del malcontento generato dalla crisi proponendo nemici immaginari, mentre i problemi veri rimangono e le responsabilità non vengono individuate e colpite”. A stigmatizzare la protesta inscenata contro i minori immigrati della comunità Lunarossa di Lamezia sono i collettivi e i movimenti cittadini (Casa della legalità e della cultura, Centro di documentazione InvictaPalestina, collettivo Autogestito Casarossa40, collettivo autonomo Altra Lamezia, collettivo Ri-Scossa studentesca, Lamezia Insieme partito della Rifondazione comunista – Circolo Adelchi Argada, Sinistra ecologia libertà – Lamezia Terme, spazio sociale Terra e Libertà, Unione sindacale di base).

Tutti chiedono anche al sindaco della città, Paolo Mascaro, di dissociarsi dall’accaduto e avere il coraggio di revocare l’assessorato alle politiche sociali, assegnato ad Elisa Gullo esponente di Mtl, il Movimento territorio e lavoro che segue il pensiero di Matteo Salvini. Allo stesso movimento appartiene anche il consigliere comunale di maggioranza che negli ultimi anni ha perseguito la politica leghista contro gli immigrati e le strutture di accoglienza gestite dalla comunità di don Panizza. (msc)

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