La notte della memoria, L'Aquila 6 anni dopo

10mila parecipanti alla fiaccolata. Alle 3.32, 309 rintocchi hanno ricordato le 309 vittime del sisma: scritte contro la sentenza su assolti Grandi Rischi.

La notte della memoria, L'Aquila 6 anni dopo
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6 Aprile 2015 - 10.01


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Alle 3.32 10mila persone hanno partecipato alla fiaccolata che si è svolta tra la notte del 5 e del 6 aprile 2015 per le vie del centro storico de L’Aquila, una città ancora ferita, per ricordare i sei anni dal violento sisma del 2009, che causò 309 morti.

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In testa al corteo uno striscione, portato da alcuni familiari delle vittime: lo slogan è di quelli che fanno male e fanno riflettere. “Il fatto non sussiste ma uccide” è scritto e il riferimento è alla sentenza della Corte d’Appello che ha assolto sei dei sette componenti della Commissione Grandi rischi.
Alcuni genitori dei tanti giovani scomparsi sei anni fa hanno indossato una maglietta nera con la scritta “il fatto non sussiste” con la data della sentenza della Corte e del terremoto.

La fiaccolata ha raggiunto piazza Duomo, attraversando tutta la città, dove sono ancora visibili i segni del terremoto. Qui la lettura dei nomi delle 309 vittime, un momento toccante e doloroso. In loro memoria ci sono stati i 309 rintocchi delle campane della chiesa di Santa Maria del Suffragio. Rintocchi che sono cominciati alle 3 e 32. Il freddo pungente della mattinata abruzzese e la Pasqua non hanno intimorito i partecipanti, che hanno voluto ricordare così i sei anni da quella terribile esperienza.

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Durante la Santa Messa, seguita al corteo, celebrata nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi nell’omeia ha spiegato: “Gli aquilani siano comunità unita e siano protagonisti della ricostruzione non delegando alle istituzioni”. “La posta in palio è molto importante, nel decennio 2009-2019 si decideranno i prossimi 50 anni della città, quindi la vita della nuove generazioni” ha detto ancora Petrocchi. Il vescovo ha invitato “a non usare più i termini di morti, scomparsi o defunti in relazione alle vittime del sisma. I nostri fratelli sono nella casa del Padre”.

Alla messa è seguita una veglia a cui hanno partecipato tantissimi cittadini de L’Aquila e numerosi familiari delle vittime. Molti hanno visitato la cappella della memoria, dove ci sono le lapidi con i nomi delle 309 vittime.

Il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio ha commentato: “E’ un momento struggente, doloroso, straziante, ma bisogna pensare al futuro con positività, con grande forza e fiducia. Lo Stato sta facendo la sua parte, siamo in una fase di svolta, tutti insieme, in particolare istituzioni e cittadini, si deve reagire. La Regione ci vuole essere”. Per Marco Alessandrini, sindaco di Pescara: “E’ il primo anno da sindaco, mi sembrava doveroso essere qui, ci riguarda tutti. E’ doloroso passare nei luoghi simbolo del tragico sisma, nessuno può rimanere indifferente. La mia presenza vuole testimoniare la vicinanza mia personale, ma anche quella della collettività pescarese nei confronti dei fratelli aquilani”. Per la senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane “la via crucis degli aquilani, che cade con la ricorrenza di Pasqua, ci aiuta per una resurrezione che ancora tarda, tra cose positive e ancora tanto dolore e tante difficoltà”.

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“Credo che il clima sia cambiato. Il dolore oggi – ha detto il sindaco Massimo Cialente – viene vissuto in modo più raccolto, anche se per questa occasione ha influito la concomitanza delle festività pasquali. Ma la commemorazione del 6 Aprile deve diventare sempre di più un momento della storia di questa città. La presenza di persone come il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e di altre figure istituzionali regionali come quella del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, è un bel segnale. Non mi aspettavo la presenza di rappresentanti del governo nazionale per via della Pasqua”.‬

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