Expo 2015, tra David scambiati, belletti e zero photoshop

L'Expo degli scandali va davvero forte. Si prepara a mostrare l'immagine dell'Italia nel mondo con una serie di scelte imbarazzanti e dilettantismo.

Expo 2015, tra David scambiati, belletti e zero photoshop
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redazione Modifica articolo

13 Febbraio 2015 - 21.21


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L’Expo degli scandali va davvero forte. Si prepara a mostrare l’immagine dell’Italia nel mondo, scegliendo come simboli di questa grandezza culturale confondendo il [url”David di Donatello con quello di Michelangelo”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=69176&typeb=0&expo-prima-confondono-i-David-poi-si-scusano-[/url], Ubriacando la gente di pubblicità, facendo rappresentare la cultura italiana a teatro da [url”Cirque du Soleil”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=68073&typeb=0&Follie-di-expo-2015-un-artista-italiana-scrive-al-Cirque-du-Soleil[/url], creando tanti di quei posti di lavoro aggratisse che mai nessuno aveva pensato a questa geniale soluzione così impinemente: giovane, lavora gratis per noi che ci dividiamo milioni e milioni, ma tu lo metterai sul curriculum.

Per fortuna sono talmete scarsi e sprovveduti che fanno delle cose sempre peggio. E non so se basteranno i 55 milioni di euro dati per l’immagine ai media per imbellettare una cosa così fatta male, di improvvisati e ingiustizie strutturali. Comunque il video è l’ennesima presa peri fondelli per ‘ennesima figura barbina di Expo. Quale? Leggte il pezzo che segue….

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Dal Fatto Quotidiano

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Qualche giorno fa l’account facebook ufficiale di Expo 2015 – che ha quasi un milione di follower – ha postato alcuni render del “Parco della biodiversità”, “uno spazio espositivo di 8500 metri quadri che valorizza le eccellenze ambientali, agricole e agroalimentari del Paese”. Ora queste immagini stanno facendo insorgere il mondo dei grafici e dei creativi digitali. Il perché è presto detto: nelle foto in questione, ci sono errori che risultano macroscopici anche ai non addetti ai lavori.

Si vedono persone trasparenti, fluttuanti nell’aria o incollate senza accortezze grafiche; profili scontornati senza cura; stesse figure riutilizzate per “quadri” differenti. E ancora: mancanza di ombre, proporzioni e prospettive sfalsate che trasgrediscono le regole di base delle rappresentazioni visive, dal Rinascimento al 3D (immagini sopra)

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E così il rendering secondo Expo diventa virale, e produce una raffica di critiche, indignazioni e parodie sui social (sotto). Il primo a essere preso di mira è stato proprio il profilo facebook della ricca kermesse milanese. Centinaia i commenti affilati. Scrive Alessandro, con oltre cento like: “State facendo veramente una figuraccia mondiale”. Seguono altri utenti sulla stessa linea: “Potete spiegare a chi sta facendo questi fotomontaggi imbarazzanti che oggi si usa Photoshop, e non Paint?”, nota Andrea.

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“Avete seriamente un grande problema – continua Ilaria – eppure i soldi potevate spenderli per la grafica visto il costo esoso dei biglietti… Di grafici bravi ce ne sono… Qua c’è solo puzza di raccomandazione per far lavorare qualcuno totalmente incapace”. “Voglio pensare che il “lavoro” sia stato fatto da uno dei tanti ragazzini di diciott’anni reclutati per prestare la loro opera gratis con la scusa di fare un’esperienza”, dice un altro. E Francesco Franz: “Ditemi che è uno scherzo o la vendetta di uno che non è stato pagato”. Niccolò ironizza: “È severamente vietato entrare all’Expo con la propria ombra”. Più che di rendering, c’è che parla di “Orrendering”. C’è chi preannuncia uno “sciopero delle cornee“, e chi nota: “Vengono meglio con una qualsiasi app del cellulare”.

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