Loris, legale della madre: inchiesta frettolosa
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Loris, legale della madre: inchiesta frettolosa

Gli uomini della scientifica hanno prelevato un campione di dna dalla donna. Intanto un inviato di Chi l'ha visto ha fatto una scoperta interessante

La mamma di Loris portata in procura
La mamma di Loris portata in procura
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9 Dicembre 2014 - 15.16


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Il legale della mamma di Loris, avvocato Francesco Villardita, ha detto “la mia cliente ha risposto punto su punto, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata. Veronica Panarello è serena per l’inchiesta ma distrutta dal punto di vista umano: le manca suo figlio e anche la sua famiglia’. Quella della procura di Ragusa, affidata a polizia e carabinieri, è stata ‘un’indagine leggermente frettolosa’”.

L’inviato di “Chi l’ha visto?” Paolo Fattori ha rinvenuto una fascetta bianca da elettricista sul luogo del ritrovamento del corpo del piccolo Loris, accanto ai fiori deposti in questi giorni. “Ha avvisato subito i carabinieri presenti che, pochi minuti dopo, hanno trovato un’altra fascetta nera poco distante, nei pressi del mulino vecchio I militari hanno fotografato le fascette per un immediato riscontro da parte degli inquirenti”.

Gli uomini della Polizia Scientifica intanto hanno eseguito un prelievo del Dna della donna per confrontarli con altri campioni isolati durante le indagini. Al termine dell’interrogatorio la mamma di Loris è stata portata nel carcere catanese di Piazza Lanza.

Terminato dopo ben cinque ore l’interrogatorio della madre di Loris, Veronica Panarello, accusata di aver ucciso il figlio e di averne occultato il cadavere. Anche oggi, secondo quanto si apprende, la donna non avrebbe ammesso alcuna responsabilità dell’omicidio.

Veronica Panarello, la mamma di Loris Stival, è stata sentita dal pubblico ministero di Ragusa Marco Rota e si trova ancora negli uffici della Questura ragusana.

“E’ stata indagata mediaticamente 10 giorni prima dell’atto formale – ha detto l’avvocato Francesco Villardita – mi auguro che ora non la condannerete mediaticamente prima di una sentenza definitiva e di un regolare processo”.

La donna ha trascorso una notte agitata nella camera di sicurezza della Questura dove è stata portata la notte scorsa dopo essere stata fermata dalla Procura per omicidio volontario e occultamento del cadavere del figlio di otto anni. Guardata a vista da un’ispettrice della Polizia di Stato nella camera di sicurezza in cui si trova, la donna ha dormito poco e non ha proferito parola.

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Il cacciatore è più sereno “Non ho mai avuto paura, però qualche motivo di preoccupazione c’era perché non si sa mai quello che può succedere: oggi sono più sereno”. Così Orazio Fidone, il cacciatore che il 29 novembre scorso ha trovato il corpo di Loris a Santa Croce Camerina. L’uomo, che è indagato come atto dovuto nella stessa inchiesta, sul fermo della madre del bambino spiega di “non volere commentare” perché, aggiunge, “sono cose che non conosco e di cui quindi non posso parlare”.

Fidone, che è stato sentito due volte nella scorsa settimana da polizia e carabinieri, rivela di “non avere avuto notizie ulteriori dalla Procura di Ragusa”. Poi usa una battuta rivolgendosi ai giornalisti: “ecco i miei carnefici, ma io sono sereno e tranquillo”.

Le parole della madre “Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino”: così Veronica Panarello, la madre di Loris Stival, si è difesa davanti ai magistrati della Procura di Ragusa dall’accusa di aver ucciso il figlio di otto anni. La donna ha ricostruito parte della sua vita e respinto tutte le contestazioni fattele dai pm.

Sarebbe proprio la macchina della mamma di Loris quella ripresa dalla telecamera dell’azienda agricola all’ingresso della strada che porta al Mulino Vecchio la mattina di sabato 29 novembre. La circostanza sarebbe emersa nel corso delle ulteriori analisi dei video da parte degli investigatori e sarebbe stata contestata alla donna nel corso dell’interrogatorio in procura.

Nel rapporto degli investigatori di tre giorni fa, si parlava di un “auto di colore scuro” che passava “senza rallentare” davanti alla telecamera. Ma dalle analisi più approfondite, gli investigatori sarebbero riusciti ad ingrandire le immagini ed isolare il frame in chi si distinguerebbe la Polo nera di Veronica Panarello.

Omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere: dopo 6 ore di interrogatorio la procura di Ragusa ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Stival, la mamma del piccolo Loris. Sarebbe stata dunque lei, secondo magistrati e investigatori di polizia e carabinieri, ad uccidere con una fascetta da elettricista stretta attorno al collo il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre.

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E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Veronica avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto.

“Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all’ultimo cerchio” aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia. E così hanno fatto gli investigatori e i magistrati, che ritengono ormai di avere a disposizione tutti gli elementi a sostegno della loro ipotesi.

Nelle ultime 48 ore infatti si è lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto è andato a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri. Perché, ad esempio, Veronica ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l’auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non ‘vedono’ la Polo nera passare nell’orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nell’appartamento di via Garibaldi? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha ‘perso’ nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio? Tutte domande a cui la donna dovrà dare delle risposte.

A partire già dalla mattinata, quando, dopo una notte in questura a Ragusa, tornerà di nuovo davanti al procuratore Carmelo Petralia e al sostituto Marco Roda. Per ora, però, Veronica non ha ammesso alcun ruolo nell’omicidio del figlio. Ha continuato a ribadire di essere uscita di casa e di aver portato il figlio a scuola. Dura, granitica, senza una sbavatura. “Questi sono omicidi che non si confessano” dice uno di quelli che ha partecipato all’interrogatorio. “La signora – ha sottolineato il suo avvocato Francesco Villardita al termine dell’interrogatorio – è indagata ma non è colpevole”.

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Avrà tempo di fornire tutte le risposte, Veronica. A cominciare da una spiegazione plausibile alla questione delle fascette, un aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare. Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia Stival per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica, di quelle da elettricista, dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Sorprese, entrambe le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe.

Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris. Che è morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa. Per la procura è la mezz’ora in cui Loris viene ucciso. Poi Veronica lo avrebbe caricato in auto, passando dal garage, e lo avrebbe portato nel canalone a Mulino Vecchio.

Dopo il fermo di Veronica Panarello per l’omicidio volontario aggravato del figlio Loris Stival e l’occultamento del cadavere, la posizione della donna passa ora all’esame del giudice per le indagini preliminari. Entro 48 ore dalla notifica del provvedimento, avvenuto questa notte, il pm dovrà chiedere al gip la convalida del fermo e, se ritiene, l’emissione di una misura cautelare. Nel caso della mamma del piccolo Loris, sembra scontato, data la gravità dei reati contestati (l’omicidio volontario aggravato è punito con l’ergastolo), che il pm chiederà la custodia cautelare in carcere.

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