I residenti di Lampedusa: non vediamo migranti da mesi
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I residenti di Lampedusa: non vediamo migranti da mesi

Sull'isola simbolo di Mare Nostrum non arrivano più migranti: le persone salvate vengono portate in Sicilia.

I residenti di Lampedusa: non vediamo migranti da mesi
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31 Agosto 2014 - 12.30


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di Raffaella Cosentino

Mentre si dibatte su Mare Nostrum e Frontex Plus, nel luogo che più di tutti simboleggia morte e salvezza nel Mediterraneo ci si prepara all’anniversario dal naufragio del tre ottobre 2013 che causò 368 vittime accertate. Una strage che commosse l’Europa dando vita alla missione di soccorso delle navi militari italiane. Da Lampedusa, Paola La Rosa del Comitato 3 Ottobre invita al silenzio con lo slogan “se li rispetti, taci” per segnare il fallimento della politica, visto che a un anno di distanza i corpi delle vittime non hanno avuto il riconoscimento attraverso il Dna, né c’è stato un vero un funerale e in mare a migliaia continuano a a morire.

“Mare Nostrum non è la soluzione, è un falso problema – dice La Rosa – Non si può stare a discutere se è il caso di impiegare forze e denaro per salvare vite umane. Questo è un gioco che distoglie l’attenzione, invece dobbiamo spostare il dibattito dalla soluzione reale che si chiamano corridoi umanitari. La soluzione esiste già nelle leggi internazionali che riconoscono il diritto d’asilo. Questo è il momento che l’Europa, la quale sulla difesa dei diritti civili fonda la sua identità, dia prova di esistere realmente”.

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Secondo La Rosa tocca ai leader politici capire come mettere in atto dei canali sicuri per sottrarre la vita di uomini, donne e bambini ai trafficanti e ai pericoli di un viaggio disperato. “La soluzione alle stragi sta nei corridoi umanitari, definizione vuota che dovrà essere riempita dagli Stati – continua – per offrire a queste persone la protezione internazionale a cui hanno diritto senza necessariamente giocare alla roulette russa che si chiama deserto, prigione, tortura, Mar Mediterraneo”. L’operazione Mare Nostrum è servita a spostare la linea della salvezza dalla minuscola isola di Lampedusa alla Sicilia. “Non vediamo migranti da mesi – spiega l’attivista del Comitato 3 Ottobre – solo a luglio, per due volte, ci sono state mille persone portate nel centro, in seguito a due sbarchi autonomi, ma sono state trasferite molto velocemente. Lampedusa è stata praticamente cancellata dalle mappe delle rotte migratorie”.

Manca poco più di un mese all’anniversario di una delle più grandi stragi del Mediterraneo e il Comitato ha organizzato delle iniziative, oltre a farsi promotore di una raccolta firme e di un disegno di legge per l’istituzione della giornata della memoria per le vittime del mare e della frontiera. “Per il 3 ottobre la nostra aspirazione è riuscire a ottenere un giorno interamente dedicato ai migranti, alle loro storie, a quelle dei familiari delle vittime e di chi è sopravvissuto. Il nostro scopo è organizzare una giornata sobria che non lasci spazio ad altri protagonisti che non siano loro – afferma La Rosa – Abbiamo lanciato una campagna di silenzio, invitando autorità e istituzioni per un giorno a non attirare l’attenzione e a non prendere il microfono in mano”. Il silenzio della politica per segnare il fallimento che queste morti rappresentano e voce ai diretti protagonisti di quel giorno. “Chiediamo di lasciare i familiari e i sopravvissuti a celebrare un anno dalla strage nel modo che riterranno migliore – continua l’attivista – nonché tutti gli altri morti, prima e dopo il 3 ottobre”.

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Il comitato ha organizzato una semplice fiaccolata che si concluderà nel giardino della memoria con una cerimonia interreligiosa, alla quale parteciperanno i ministri di diversi culti. Il rito consisterà nel piantare il 369esimo albero, in ricordo di tutti i morti nel Mediterraneo. I ministri di culto lo pianteranno, lo innaffieranno, e poi tutto si concluderà con un momento di preghiera di ciascuna confessione religiosa. E’ prevista anche una mostra fotografica sul 3 ottobre e i giorni successivi. Poi verranno lanciate in cielo 368 lanterne e ci sarà un flash mob ideato con la regia di Dagmawi Yimer, le cui immagini faranno parte di un video per sensibilizzare le autorità politiche sull’apertura di corridoi umanitari. Il video verrà inviato al Parlamento europeo e alle Nazioni Unite. “Il nostro invito alle istituzioni è categorico, lo slogan del tre ottobre è se li rispetti, taci – conclude La Rosa – il disegno di legge per l’istituzione della giornata della memoria è stato depositato con le firme di 50 parlamentari ma è fermo, come è fermo il riconoscimento delle vittime del 3 ottobre con l’esame del dna, anche se le istituzioni hanno avviato la procedura. Per questo invitiamo al silenzio, se dopo un anno queste vittime non hanno avuto un funerale né un riconoscimento e i morti continuano a esserci. Quel giorno le istituzioni dovranno prendere atto del fallimento della politica in questo campo, per riflettere e agire per cambiare”. Per finanziare l’iniziativa il comitato ha avviato un crowdfunding online.

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