Ricostruzione in Sardegna, dopo cinque mesi il nulla
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Ricostruzione in Sardegna, dopo cinque mesi il nulla

«Siamo stati dimenticati dalle istituzioni». Dopo ogni calamità la politica promette e poi abbandona i territori colpiti. L’alluvione sarda non fa eccezione. [Leonardo Ortu]

Ricostruzione in Sardegna, dopo cinque mesi il nulla
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9 Maggio 2014 - 16.54


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di Leonardo Ortu

«Siamo stati dimenticati dalle istituzioni». È questo l’amaro sfogo dei cittadini di Olbia con il quale, a distanza di oltre cinque mesi dall’alluvione che il 18 novembre scorso devastò la Sardegna, rivendicano l’assenza delle istituzioni locali e nazionali nonostante i ripetuti allarmi esercitati nei confronti di esse.

Il bilancio dei danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo fu a dir poco disastroso, e quello che si presentò agli occhi delle persone fu un vero e proprio scenario apocalittico. Strade e case allagate a causa dell’esondazione dei fiumi, centinaia le persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni e quasi cinquecento i chilometri di viabilità provinciale coinvolti in crolli, frane, ostruzioni e allagamenti. I più fortunati, perché abitavano ai piani alti, hanno perso solo la macchina, sommersa e trascinata via dalla corrente, o hanno avuto danni al garage e alle cantine che sono state invase dal fango. Quelli che abitavano al piano terra, invece, hanno perso tutto. Famiglie senza più niente in casa, con le abitazioni devastate, le porte e le finestre sfondate, il pavimento saltato. Per non parlare dei danni al settore economico, soprattutto nell’ambito agricolo: migliaia gli animali spazzati via dai torrenti in piena, campi allagati, ovili distrutti, fabbricati inagibili e aziende isolate a causa della scomparsa delle strade rurali.

Cinque mesi di silenziosa attesa sono ormai passati senza nessuna risposta concreta. Ma a rompere questa ostinata reticenza vi sono tuttavia delle voci che continuano a mantenere accesa la speranza di tutte le numerose persone che subirono quell’incalcolabile entità di danni . Una di queste è rappresentata dal comitato civico dei cittadini di Olbia.

Moreno Contini, il Presidente del comitato, afferma: «La situazione per ora è pressoché stagnante. Superati i momenti di disagio più importante, più con le proprie forze che con l’aiuto delle istituzioni, ora attendiamo, o meglio, ci battiamo per ottenere quei risarcimenti che ci permetterebbero di riportare ad un livello accettabile la situazione. Quello che si propone il comitato è che vengano prese in considerazione azioni legali contro lo Stato italiano anche in sede Europea se vi siano i presupposti. A tal fine proponiamo la consultazione di un team di avvocati e giuristi specializzati in merito. Proponiamo inoltre che il Comune riconosca con delibera formale “Il diritto dei cittadini vittime dell’alluvione a essere risarciti”».

Il comitato ritiene, inoltre, che nella gestione del post alluvione vi siano state delle “falle” e il sistema utilizzato dal Comune per avere una stima dei danni è risultato fortemente deficitario ed inadeguato, in quanto la stima è avvenuta in maniera caotica e approssimativa dal momento che non esisteva un adeguato coordinamento.

Conclude Moreno: «Pensare di riuscire ad ottenere tutto quello che si è perso è impossibile, ma lotteremo per ottenere almeno quei risarcimenti che ci consentano di ripartire e questo lo pensiamo, lo vogliamo e lo otterremo», annunciando perciò che la loro sarà una battaglia senza quartiere e che verrà protratta ad oltranza affinché vengano raggiunti quei risultati attendibili che i cittadini richiedono ormai da troppo tempo.

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