Marò: ennesimo rinvio, l'Italia richiama ambasciatore

Udienza rimandata al 24 febbraio: spetterà al ministero della Giustizia valutare l'applicabilità del Sua Act. L'ira della Bonino: è inaccettabile.

Marò: ennesimo rinvio, l'Italia richiama ambasciatore
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18 Febbraio 2014 - 09.17


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Dura presa di posizione del governo italiano dopo l’ennesimo rinvio nel caso marò. La Corte suprema indiana ha chiesto al governo di New Delhi di far conoscere il prossimo 24 febbraio se vuole perseguire Salvatore Latorre e Massimiliano Girone sulla base del Sua Act. Il 26esimo rinvio, il sesto solo da quando il caso è stato assegnato nelle mani della Corte Suprema, che ha provocato la reazione del nostro Paese. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha annunciato il richiamo “immediato” dell’ambasciatore italiano a Delhi, ribadendo che “l’obiettivo principale dell’Italia resta quello di ottenere il rientro quanto più tempestivo possibile in Patria dei due Fucilieri di Marina” ma non possiamo andarli a prendere “manu militari”, ha detto ai microfoni del Tg2. “Diverse le iniziative da prendere ma la decisione spetta ora al nuovo Governo”. La misura “è colma” anche per il ministro della Difesa Mario Mauro, che ha parlato di “sdegno che investe tutta la nazione e che non può non propagarsi all’intera comunità internazionale”.

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La Farnesina ha anche convocato il rappresentante indiano in Italia, Basant Kumar Gupta: a lui il segretario generale Michele Valensise, ha espresso lo sconcerto e la profonda delusione del governo italiano per l’ennesimo rinvio sottolineando che “il comportamento dilatorio delle autorità giudiziarie indiane a distanza di due anni dall’incidente è inaccettabile e denota una volontà indiana di procrastinare la vicenda oltre ogni limite”. Anche l’Unione europea ha definito “deludente” il rinvio indiano.


Le mogli a Sanremo
– “Siamo qui a Sanremo per dare voce a un’ingiustizia che da due anni Salvatore e Massimiliano sopportano, l’ingiustizia che due militari in missione hanno subito da un governo con l’inganno. Da questo inganno bisogna partire per comprendere due anni di 27 rinvii”. Hanno esordito così, invitate alla conferenza stampa di Sanremo per sensibilizzare i media sul caso dei due militari italiani. “Il sindaco ha voluto che fossimo qui, ci ha anche invitate alla serata ma questo non avverrà – hanno detto – perché non siamo dell’umore giusto per una festa della musica”.

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L’udienza – Il procuratore generale indiano Vahanvati, nell’udienza di questa mattina, ha precisato che spetterà al ministero della Giustizia valutare l’applicabilità del Sua Act, la legge antipirateria e antiterrorismo. Anche se il rischio della pena di morte per Latorre e Girone è stato escluso, l’Italia si oppone alla possibilità che vengano processati in base al Sua Act, perchè significherebbe paragonare i due fucilieri di Marina a dei terroristi. L’ultimo rinvio sul caso è del 10 febbraio scorso, quando la Corte suprema di Nuova Delhi aveva rinviato a oggi, per la seconda volta, una decisione sui capi di imputazione.

Le reazioni

Alemanno: l’iniziativa della Bonino è un palliativo – «L’iniziativa della Bonino di richiamare a Roma per consultazioni l’Ambasciatore italiano a New Delhi è un palliativo tardivo e patetico. Mi auguro che Matteo Renzi da presidente del Consiglio faccia almeno una cosa buona, quella di liberarci da un Ministro degli Esteri ininfluente come Emma Bonino». Queste le parole di Gianni Alemanno.

«Dopo due anni di attesa e di fronte al ventiseiesimo rinvio dell’udienza di decisione dei capi d’accusa contro i nostri Marò il Governo italiano dovrebbe assumersi ben più pensanti responsabilità per salvare la vita e la dignità dei nostri soldati. Bisogna dare un ultimatum all’India entro il quale rompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali con un Paese che non sta rispettando la dignità dell’Italia e i diritti delle persone. Un secondo ultimatum dovrebbe essere dato dal Governo a tutti gli Alleati, minacciando il ritiro dei nostri soldati dalle missioni militari di pace se non ci sarà un’adeguata solidarietà per risolvere la drammatica situazione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone», conclude.

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Angelilli (Ncd): il comportamento dell’India è indegno – «L’ennesimo rinvio della decisione è assolutamente sconcertante: da due anni l’India ha sequestrato i nostri marò calpestando i diritti umani fondamentali e ogni trattato internazionale, un comportamento indegno di uno stato di diritto con istituzioni e tribunali che si rimpallano vergognosamente le proprie responsabilità, incapaci di prendere una decisione e strumentalizzando in maniera bieca la vicenda». A parlare è dichiara il vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli dalle 6 di questa mattina in presidio con i giovani di Ncd davanti all’Ambasciata dell’India a Roma. «L’unica richiesta dell’Italia a questo affronto, con il supporto della comunità internazionale, deve essere il rimpatrio dei nostri marò» conclude Angelilli.

De Mistura: è inaccettabile – «Ad un ulteriore rinvio noi opponiamo un ulteriore ultimatum. Comunque sarà Roma che deciderà nelle prossime ore la linea da prendere davanti a questa situazione. Non è che con questa tattica dilatoria e qualche minima concessione l’India riuscirà a calmare il nostro sdegno», ha dichiarato poi l’inviato del Governo De Mistura.

Tajani: il nuovo rinvio è incomprensibile – «L’India deve rispettare i diritti umani». Così ha scritto su Twitter il commissario europeo all’Industria Antonio Tajani, sottolineando che il nuovo rinvio della Corte suprema nel caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «è incomprensibile e inaccettabile, no SuaAct».

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Alicata (Fi): dal governo soluzioni risolutive – «Il nuovo ulteriore rinvio deciso dalla Corte Suprema Indiana è inaccettabile ma era prevedibile. Il governo, seppur dimissionario, ha il dovere di intraprendere iniziative basate su fatti concreti, non possono bastare le parole nè i faremo, nè i presunti ultimatum. Non si può continuare nella serie di errori clamorosi». Lo ha detto il senatore di Forza Italia Bruno Alicata, membro della Commissione Difesa di Palazzo Madama.

«Servono azioni immediate e forti che determinino l’autorevole supporto della Comunità internazionale, in primis l’Onu e l’Unione europea, che si è mossa tardivamente e debolmente. I nostri Marò devono rientrare a casa, non possiamo lasciarli alla mercè di uno Stato che ha ampiamente dimostrato di essere inaffidabile. Cosa vuole attendere il governo di più di quanto non sia già accaduto prima di intraprendere un’azione risolutiva?», ha concluso.

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