Lo ha fatto sapere lei stessa, con un post sul suo profilo Facebook. “Ebbene si! Sono sono sottoposta ad indagini dalla procura della repubblica di Roma” ha scritto Ilaria Cucchi sul social network. La donna, sorella di Stefano, morto nel 2009 dopo essere stato arrestato per droga, ha annunciato di essere stata querelata dal signor Maccari del sindacato della polizia di Stato COISP.
“Sono indagata” si legge ancora “per aver offeso l’onore della Polizia di Stato e di tutti i poliziotti che ne fanno parte”. Ma per Ilaria Cucchi la verità è un’altra: “sono indagata per aver reclamato verità e giustizia per la morte di Federico, di Michele, di Giuseppe, di Dino e di tanti altri morti di Stato” e “per essermi ribellata alla mistificazione ed alle infamanti menzogne sulla morte di mio fratello”. Non mi fermerò mai, è il commento della combattiva donna. “Non avrò pace fino a quando non avrò ottenuto giustizia”, ha scritto ancora.
“Voglio confessare” ha continuato “tutto, ogni cosa. Queste morti offendono la Polizia, questo è sicuro. Offendono lo Stato. Questo è altrettanto sicuro. Offendono tutti”. Per Ilaria, “Stefano Cucchi è morto per essere stato portato nel Tribunale di piazzale Clodio, a Roma e poi all’ospedale Pertini. Stefano Cucchi non doveva morire. La colpa è sua se la polizia si sente offesa. È colpa mia. Voglio essere processata per questo”.
Il lungo post si conclude con un amara riflessione. “Loro non dovevano morire e se sono morti è colpa loro. Tutta colpa loro. E noi tutti, soprattutto, dovevamo e dobbiamo stare zitti. Zitti. E ringraziare”. Firmato, Ilaria Cucchi.
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