Le minacce alla stampa e gli episodi violenti legati alla protesta dei No Tav in Val di Susa “sono state addebitate ai No Tav dagli organi di informazione per screditare il movimento, isolarlo e aumentare la pressione militare la pressione militare nella valle”.
Partecipando a Napoli a un’iniziativa in memoria di Giancarlo Siani, lo scrittore Erri De Luca, parlando dei giornalisti, sostiene che questi mentano “per principio e si attengano alle veline della questura”.
Per lo scrittore, in questo modo “si vuole screditare il movimento, isolarlo e aumentare la pressione militare in quella valle, dove abbiamo spedito altre truppe, che vanno lì a fare ciò che fanno in Afghanistan, occupare un territorio altrui”.
“La Tav non si farà – ha detto Erri De Luca – perché lo ha detto il presidente francese, quello che dovrebbe aprire il tunnel dall’altra parte e ha detto che lo farà nel 2030”. Nel frattempo “si continua a scavare, lucrando su questo, ma in quel buco si troveranno sicuramente amianto e uranio”.
E commentando il clamore della sue ultime dichiarazioni, ha ricordato che si occupa della Tav dal 2005. “Ero lì quando la polizia è andata a sgomberare i manifestanti – racconta – e mi pronuncio sul tema da un mucchio di tempo, ma improvvisamente si sono accorti che esisto e mi fa piacere”.