Ultras e leghisti, la vergogna xenofoba per Lampedusa

Mentre si piangono ancora le vittime innocenti, negli stadi alcuni pseudo-tifosi fischiano i morti. E quelli del Carroccio non smettono con le loro idiozie [Miriam Vicinanza]

Ultras e leghisti, la vergogna xenofoba per Lampedusa
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6 Ottobre 2013 - 16.03


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Raccontano le cronache sportive che durante il minuto di raccoglimento in memoria della vittime di Lampedusa un gruppetto di ultras del Brescia – non tutti i tifosi delle Rondinelle, ovviamente – abbia preferito al rispetto dei morti, tra cui alcuni bambini, dare vita ad una indegna gazzarra mascherata dal grido: Brescia alè alè.

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Idem, seppure per fortuna in tono minore, durante Inter-Roma, quando dalla curva degli ultras nerazzurri già chiusa per i cori anti-napoletano, al silenzio sono stati preferiti i fischi. A Bologna i tifosi del Verona invece di stare zitti hanno preferito far partire un coro. Già. Del resto i morti mica erano esseri umani, ma erano quei “negri” che è giusto che affoghino, che stessero a casa loro invece di insozzare il nostro paese…

Nello stesso tempo i dirigenti della Lega nord, che teoricamente dovrebbero far funzionare qualche neurone in più di alcuni ultras, hanno detto, ripetuto, sottolineato che la responsabilità morale della strage di Lampedusa è frutto del buonismo Kyenge-Boldrini, che con le loro aperture incoraggiano chi affida il suo destino ad un barcone.

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Tali idiozie meriterebbero una risata, se non che il germe dell’intolleranza rischia di diventare una malattia inguaribile se non presa per tempo e curata a dovere.

Premesso che il fenomeno migratorio ha dimensioni assai più ampie, che non riguarda solo i barconi e che l’Italia non è che uno dei tanti paesi di approdo, ragionevolmente ce li vedete voi gli eritrei, i somali, gli abitanti della zona sub-sahariana nei loro villaggi senza acqua né elettricità armati di tablet e di traduttore leggere le agenzie di stampa (peraltro in italiano) e poi dire: partiamo, che la Kyenge forse cambierà lo ius soli.

Molti dei miei vicini di casa, che quel poco che sanno lo apprendono dai Tg mentre pranzano o cenano (e quindi sono ampiamente disinformati) non sanno nemmeno chi sia la Boldrini, chi sia la Kyenge e cosa diavolo sia questo ius soli. E chiunque verifichi con il proprio vicinato se è vero quel che dico. Figuriamoci un povero eritreo o un siriano che sta solo scappando dalla guerra che tanti soggetti esterni alla Siria stanno generosamente finanziando se possa avere la più pallida idea delle idee della Bodrini e figuriamoci se ha bisogno del viatico della Boldrini per tentare di fuggire dalla morte cerca.

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Molti stanno diventando non solo più cattivi, ma nello stesso tempo più ignoranti, più grevi, più intolleranti, più primitivi. Si respirano meno ragionamenti ma più demagogia, più slogan, più stereotipi, più frasi fatte, più ululati mentali.

A tutti voi non augurerò di vivere di miseria e stenti e dover scegliere un giorno se morire nei ruderi di quella che fu la vostra casa o accettare il rischio di affrontare su una barchetta un viaggio che equivale a una roulette russa della vita; non augurerò un bel soggiorno in un centro di accoglienza che di accoglienza ha ben poco e dove la vostra dignità verrà calpestata. Non augurerò di dormire sotto ai ponti, sugli argini dei fiumi, con una coperta di cartone e i rifiuti al posto della ninna nanna.

Non voglio per voi campi di sterminio, che quelli piacciono tanto ai vostri idoli. Ma non potete impedirmi di sperare di non vedervi più, non sentirvi più, non vergognarmi più per voi e le vostre quotidiane bassezze. Guardatevi allo specchio. Guardatevi bene. E gridatevelo da soli: buuuuuuu.

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