Voleva passare alla storia come il presidente della realizzazione dell’aeroporto di Agrigento, progetto vecchio, fuori tempo e che ritorna da decenni in assenza di vere idee. Gli tocca, invece, passare alla storia come ultimo presidente di Provincia, perché sono state abolite, e come quello dell’”albero ginecologico” quando, volendosi riferire alla trasparenza delle assunzioni, vi fece riferimento pensando che si chiamasse così [url”l’albero genealogico di ciascuno di noi”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=46870&typeb=0&Sfondoni-politici-l-albero-ginecologico-per-le-raccomandazioni[/url].
Eugenio Benedetto D’Orsi, però, ha quella rotondità del pensiero che lo rende caparbio. E con la stessa caparbietà con la quale, per chiedere l’aeroporto, visse tre settimane dentro una tenda piazzata nei pressi della Provincia,oggi non si rassegna alla morte delle Province.
Non è più presidente della Provincia, lo scorso anno è stato tolto pure dal vertice dell’ATO idrico, eppure Eugenio Benedetto D’Orsi continua a muoversi su un’auto blu con autista e lampeggiante sul tettuccio. Incredibile, ma vero. All’auto blu ci ha rinunciato pure Papa Francesco, che preferisce utilitarie e una vecchia R4 da studente anni’69, lui no, D’Orsi continua a muoversi con i piccoli (ma utili) simboli del privilegio.
Certo, questo non può essere spacciato per “misura di sicurezza”, di quelle che si definiscono nei comitati provinciali per la sicurezza e dei quali ci si scorda. Nel passato di minacce che può”vantare” l’ex presidente D’Orsi c’è un’irruzione in una sua proprietà con la traccia di frasi ingiuriose nei suoi confronti. Tracce di diverso segno, quando nel 2011 l’ex che non si rassegna venne indagato per truffa, peculato e abuso d’ufficio.
E D’Orsi, nell’attesa che qualcuno lo richiami alla realtà, continua ad andare in auto blu, con autista e lampeggiante. Alla faccia della cancellazione delle Province. Ditelo al Presidente Crocetta.