Il nuovo Segretario di Stato vaticano è monsignor Pietro Parolin, le attese della vigilia sono state rispettate. Il nuovo volto della Chiesa universale comincia ora a prendere forma: il papa argentino sarà affiancato dal diplomatico italiano fino ad ora nunzio apostolico in Venezuela con una forte esperienza sull’estremo oriente. La Sant Sede guarda decisamente oltre i confini europei. Tarcisio Bertone, che esce così di scena, rimane però in carica fino al 15 ottobre, questa è la prassi quando viene chiamato un prelato da una sede estera, come nel caso di Parolin, che deve avere il tempo di organizzare anche la propria partenza.
Francesco allo stesso tempo ha confermato gli altri funzionari della Segreteria di Stato, a cominciare dal Sostituto per gli Affari generali, monsignor Angelo Becciu e dal suo vice, monsignor Peter Wells; lo stesso vale per il ‘ministro degli esteri’ monsignor Dominique Mamberti e per il relativo sottosegretario Antoine Camillieri. L’esigenza era quella di avere una plancia di comando nel pieno delle funzioni, l’interregno durato già 5 mesi e mezzo non poteva proseguire oltre, anche perché le crisi internazionali incombono a cominciare da quella siriana. Non a caso già ieri il Papa ha riunito alcuni i suoi più stretti collaboratori per fare il punto sugli eventi che stanno sconvolgendo il mondo arabo. All’incontro ha preso parte anche Bertone che fino alle metà di ottobre rimane in carica a tutti gli effetti.
In ogni caso l’arrivo di Parolin rappresenta in qualche modo anche la vittoria dell’ala diplomatica, quella capeggiata dal cardinale Angelo Sodano, sulla cordata Bertone. Tuttavia Parolin è considerato anche un diplomatico che crede nella forza de dialogo, un uomo che può costruire più ponti che muri e aprire nuove strada alla Santa Sede. In questo senso il suo arrivo costituisce una novità assai significativa e rappresenta il tentativo di aprire una nuova fase nelle relazioni internazionali della Santa sede.
Fra le conferme di ieri c’è poi anche quella di monsignor Georg Gaenswein quale prefetto della Casa pontificia, un incarico che ha avuto la sua importanza fino al pontificato di Ratzinger ma che oggi sembra di assai minor rilievo. Il prefetto infatti gestiva le udienze private con il Papa e regolava in parte l’accesso all’appartamento pontificio. Tutta una prassi saltata da quando Francesco si è trasferito nella residenza di Santa Marta.
Le prossime settimane comunque saranno anche quelle in cui altre nomine di peso arriveranno e bisognerà vedere come si regolerà il Papa nei confronti dei ‘bertoniani’. Il cardinale Domenico Calcagno all’Apsa, (l’organismo che gestisce il patrimonio della Santa Sede) sembra in bilico visti anche gli scandali che hanno travolto il suo dicastero. Il cardinale Giuseppe Versaldi – altro bertoniano doc – è invece alla guida della Prefettura per gli affari economici, pure questo è un organismo delicato che però sta svolgendo un importante lavoro di coordinamento nella gestione economica dei vari ‘ministeri’ della Curia.
Il cardinale Piacenza, poi, prefetto della Congregazione per il clero è dato da tempo fra i possibili uomini in uscita. Allo stesso tempo il cardinale Giuseppe Bertello, vicino al Papa e a lungo fra i candidati alla Segreteria di Stato, ora sembra in procinto di diventare capo di Propaganda Fide, il dicastero nevralgico delle missioni ora sotto la guida del cardinale Fernando Filoni che a sua volta dovrebbe diventare arcivescovo di Paleremo. In ogni caso all’inizio di ottobre si riunirà la commissione degli otto cardinali che hanno l’incarico di riformare la Curia, a coordinarli è il porporato dell’Honduras Oscar Rodriguez Maradiaga. Quest’ultimo potrebbe avere un ruolo di peso nella prossima Curia, anche per lui si è parlato d Propaganda fide o della Congregazione per il clero.