Le norme anti NoTav annunciate e sparite
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Le norme anti NoTav annunciate e sparite

Nel decreto sul femminicidio il governo ci infila una norma, poi scomparsa, contro gli attivisti: pene più aspre contro chi entra nei cantieri. Ma che c'entra con le donne?

Le norme anti NoTav annunciate e sparite
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9 Agosto 2013 - 18.32


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Forse ai più è sfuggito (anche perché hanno fatto in tempo a cancellarlo con un colpo di spugna), ma nell’ormai criticatissimo Decreto Sicurezza (meglio conosciuto come Decreto contro femminicidio e stalking) è passato anche l’articolo 10, che titola così: «Norme in materia di concorso delle Forze armate nel controllo del territorio e per la realizzazione del corridoio Torino-Lione, nonché in materia di istituti di pena militari». Ora una domanda sorge spontanea, a noi e a tutto il web che è già insorto: che cosa c’entrano i cantieri del Tav con i reati sulle donne?

Tante le critiche già avanzate, come ad esempio il mancato finanziamento ad alcun Osservatorio, oppure le aggravanti che colpirebbero uomini che fanno violenza su mogli, madri e per chi userebbe violenza su una donna incinta (le altre donne sono di serie B? E gli uomini maltrattati?). Ma la polemica più grande montata in queste ore è che il testo è un complessivo di norme slegate tra di loro che prende in considerazione diversi tematiche: dalla violenza domestica contro le donne, all’Expo 2015, passando per frode informatica e, udite udite, gli attivisti no Tav.

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Ebbene sì, sembrerebbe che l’esecutivo di Letta, con l’alibi dell’approvazione di norme importanti e di grande rilievo per l’opinione pubblica come quelle sulla violenza contro le donne e lo stalking, abbia voluto far passare quasi sotto banco norme, altrettanto al centro del dibattito, per rafforzare le misure repressive contro chi si oppone in Val Susa alla realizzazione della Tav. Insomma un decreto che sembra più un pastone che un provvedimento mirato alla sicurezza delle donne e dei cittadini in generale.

La nuova norma poi cancellata è stata abbinata a un’estensione dell’area “protetta” dalle manifestazioni, che comporterà la sospensione dei diritti costituzionali per tutto il percorso della linea ferroviaria fino al confine. Poche righe per creare una sorta di difesa militare non solo per Chiomonte e Susa, ma per qualsiasi grande opera.

Se approviamo le seppur contestate norme sulla lotta contro il femminicidio dobbiamo per forza accettare anche gli assurdi provvedimenti autoritari e repressivi contro i no Tav. O tutto o niente, sembra voler dire il governo. Poche ore dopo la pubblicazione del [url”comunicato stampa del governo”]http://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=72539[/url], la norma riguardante i cantieri della Torino-Lione sembrerebbe essersi volatilizzata.

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E su Twitter i commenti sono ancora più duri. “Grazie a legge #femminicidio ora #governo #letta #alfano potrà usare #esercito contro i cittadini x legge! povere donne, vi hanno usato!”, ha detto Mario. Antonio invece ironizza: “DL #femminicidio: ”se maltratti una manifestante #NoTAV dentro il cantiere ti danno un premio.” Proteggi le donne ma prima le Grandi Opere!”. Piùà serio il commento di Francesca: “Sviare l’opinione pubblica con il tema del #femminicidio mentre si inaspriscono le misure di polizia contro i #notav è una roba brutta”. Sempre con un pizzico di ironia il commento di Silvio: “Qualcuno l’ha già notato: si dice IL Tav. Non ci azzecca niente col #femminicidio”.


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