«No ai quiz Invalsi»: recita così lo striscione srotolato stamani dai Cobas davanti al ministero dell’Istruzione per rendere esplicito il loro dissenso rispetto a quello che definiscono “un rito distruttivo” e l’Unione degli Studenti ha annunciato il boicottaggio dei test lasciando in bianco le prove.
Intanto, nelle aule di tutta Italia una prima tranche di alunni (quelli della primaria) ha affrontato le prove messe a punto dall’Istituto di valutazione per accertare il livello di apprendimento in matematica e italiano. In tutto sono oltre due milioni – 2.259.766 per l’esattezza – gli studenti che a maggio si cimenteranno con i quesiti Invalsi: nelle classi II della scuola primaria 559.313, nelle classi V sempre della primaria 557.566, nelle classi I della secondaria di primo grado 589.843 e nelle classi II della secondaria di primo grado 553.044.
Oggi è stato il turno degli alunni delle scuole primarie (II e V elementare), per proseguire il 14 con i ragazzi delle secondarie di primo grado (I media) e il 16 maggio per i giovani della scuola secondaria di secondo grado; infine, il 17 giugno, circa 600mila studenti dovranno affrontare la prova inserita all’interno dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione (licenza media), prova che vale un sesto del voto d’esame complessivo.
I tets sono organizzati in 20 domande per le elementari (a disposizione 45 minuti), 30-35 per le medie (un’ora e 15 minuti) e 50 per le superiori (un’ora e mezza). Le prove – spiega l’Invalsi – vengono restituite a tutte le scuole, cui forniscono un punto di riferimento per confrontare le proprie classi col resto del sistema scolastico.
Intanto in molte scuole i test sono stati bloccati dai Cobas. «In migliaia di classi delle elementari – si legge in una nota – le prove sono saltate, grazie allo sciopero di tanti docenti ed Ata ma anche alla sacrosanta decisione di molti genitori di tenere i figli a casa, evitando loro l’umiliante e distruttiva pratica quizzarola», riferisce il portavoce nazionale del sindacato, Piero Bernocchi, ricordando che oggi era il primo dei tre giorni di sciopero.
«Malgrado i pesanti interventi di molti presidi e degli invalsiani – sottolinea Bernocchi – nonostante le pressioni su docenti e Ata perché si piegassero alla presunta obbligatorietà dei quiz Invalsi e gli illegali tentativi di sostituzione del personale in sciopero o di “riorganizzazione” del servizio, tradotta ammassando intere classi in un’aula per imporre gli indovinelli, la lotta contro la scuola-quiz e la scuola-miseria è oggi partita bene».
Durante lo sciopero si sono svolte iniziative in molte città.
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