Il clima in fabbrica, e in tutta la città di Bari, è infuocato. La decisione della multinazionale nipponica Bridgestone di chiudere lo stabilimento entro la prima metà del 2014 sta creando non poche tensioni sociali. Senza lavoro, infatti, rimarrebbero 950 dipendenti diretti e almeno altri mille impiegati nell’indotto degli pneumatici. A questo si aggiunge una campagna di comunicazione, con tanto di logo di Regione Puglia e Comune di Bari, che invita sostanzialmente l’Italia a boicottare i prodotti Bridgestone. I manifesti saranno affissi in città e sono state distribuite anche spillette. Una spada trafigge un pneumatico insanguinato. «Difenderemo con le unghie e con i denti lo stabilimento barese della Bridgestone, uno stabilimento che è un fiore all’occhiello – ha detto Vendola al termine dell’incontro con una delegazione sindacale -, abbiamo già organizzato un Consiglio regionale monotematico sulla vertenza. Sulla vertenza vogliamo sia cancellato l’aggettivo irrevocabile rispetto alla scelta che hanno annunciato con violenza, con un metodo assolutamente eccentrico, creando sconcerto e sgomento non soltanto nei lavoratori della Bridgestone ma tra tutti i lavoratori della zona industriale e i cittadini. Lo dobbiamo a difesa dell’intero tessuto produttivo della nostra regione». Chiudere la Bridgestone può significare, secondo Vendola, «produrre un effetto domino e noi non ce lo possiamo minimamente immaginare».
«Un risultato importate è stato ottenuto: la Puglia sta reagendo in maniera compatta. Sul caso Bridgestone, infatti, siamo pronti ad andare fino in fondo e anche i parlamentari porteranno nella prima seduta ufficiale una coccarda nera in segno di lutto. Poi c’ la campagna per boicottare i prodotti nipponici». Filippo Lubelli, segretario generale della Uiltec Uil di Bari, commenta così l’esito dell’incontro in Consiglio regionale con il governatore Nichi Vendola, il presidente del Consiglio, Onofrio Introna, e il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Ma c’è chi si spinge oltre e va giù duro. «In occasione dell’incontro di giovedì prossimo a Roma – afferma un delegato Rsu della Cgil – siamo pronti a circondare l’ambasciata giapponese a Roma. Oramai è una guerra per evitare la chiusura. Andremo in trecento».
«Partiamo già da oggi con i simboli di una campagna internazionale di boicottaggio; è una prova
d’orchestra di quello che intendiamo fare se la riunione del 14 dovesse rappresentar un nulla di fatto”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al termine dell’incontro con una delegazione sindacale dello stabilimento Bridgestone di Bari. «Noi abbiamo bisogno che il 14 a Roma, il board europeo della Bridgestone e speriamo la Casa madre – ha proseguito Vendola – cancellino l’aggettivo irrevocabile rispetto alla scelta che hanno annunciato con violenza, con un metodo assolutamente eccentrico, creando sconcerto e sgomento non soltanto nei lavoratori della Bridgestone, ma tra i lavoratori della zona industriale e i cittadini: lo dobbiamo a difesa dell’intero tessuto produttivo della nostra Regione».